FEDE, GIUSTIZIA E…PER CARITA’

 

fede_2L’uomo vale tanto quanto valgono le cose per cui s’arrabbia. E, più che le contumelie dei Berluscones, le falsità e le campagne denigratorie del grancapo di Arcore e dei suoi compari, mi colpirono e non poco le puttanate dette da questo pietoso censore travestito da giornalista. Me ne disse di cotte e di crude, mi tacitò di terrorista, ladro ricettatore ed ogni giorno chiedeva il mio arresto. Ma la mia rabbia esplodeva ogni qualvolta storpiava il mio cognome, lo faceva con un ritmo crescendo di volgarità e lascivia che, ad onta dei tanti amici che mi dicevano di star calmo perché mi faceva solo pubblicità, l’avessi avuto fra le mani lo avrei sbucciato come una banana. Zappadu, il mio cognome a denominazione di origine controllata, sardo fino al midollo sin dall’età nuragica, senza alcun intervento transgenico, lui non poteva permettersi di ridicolizzarlo. Hanno fatto di tutto per distruggermi e farmi perdere il lavoro che avevo, mi hanno chiuso tutti i “contatti” con le agenzie che mi permettevano di sopravvivere, mi hanno costretto ad emigrare all’estero. Perché Loro erano allora padroni del mondo nel quale svolgo la mia professione. Ma a farmi davvero arrabbiare furono, lo ripeto, sopra ogni cosa i suoi monologhi sulle mie origini. Quelle non me le poteva rubare. Mi hanno fatto terra bruciata, ma come dice il saggio: “La mia capanna è stata rasa al suolo? Allora posso vedere meglio la luna.” E magari ora tocca ad Egli, la bocca di fogna del giornalettismo italico, vedere da vicino i sorci verdi, dal suo mega attico della Milano da bere.
Antonello

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