Il ruolo dello Stato nelle
trattative per il rilascio dell'ostaggio è stato
oggetto di approfondito dibattito all'indomani della
liberazione della signora Sgarella, avvenuto, secondo le
dichiarazioni dei magistrati milanesi che seguono il caso,
senza pagamento del riscatto, ma per intervento di un
personaggio legato agli ambienti della malavita calabrese,
dove è maturato e si è consumato il sequestro
della signora milanese.
Il dottor Minale e
il dottor Nobili, nella audizione con l'Ufficio di
Presidenza della Commissione, congiuntamente al Comitato per
i sequestri, hanno dichiarato che tutte le fasi delle
indagini risultano agli atti e sarà possibile una
loro verifica nel momento in cui saranno resi pubblici.
Per evidenti ad
apprezzabili ragioni di cautela - dal momento che le
indagini non sono state ancora concluse - i magistrati non
hanno inteso rivelare né il nome dell'avvocato
né quello del suo assistito, e in particolare se il
personaggio che tramite l'avvocato ha preso contatti con il
dottor Nobili facesse parte o meno dell'organizzazione dei
sequestratori, eventualità che allo stato attuale dei
fatti non è neppure del tutto esclusa.
Ciò non ha
permesso al Comitato di farsi un'idea completa dell'intera
vicenda e di valutare pienamente se la decisione di quel
sequestro sia stata frutto di una iniziativa isolata dei
criminali oppure conseguenza di un mutamento della decisione
adottata dalla 'ndrangheta nel 1991 di abbandonare i
sequestri di persona. In altra parte della relazione abbiamo
affrontato questo caso specifico e questo aspetto, che tanto
ha fatto discutere il Paese.