Bersani: “Riforma non dipende solo da noi “
Poi attacca Grillo e Di Pietro: “Fascisti del web”

Bersani: “Riforma non dipende solo da noi “
Poi attacca Grillo e Di Pietro: “Fascisti del web”

Il segretario del Pd apre la festa nazionale del partito e fa il punto sulla legge elettorale: “Eventuale intesa non significa voto anticipato”. Duro sfogo contro chi usa in rete un linguaggio macabro e intimidatorio: “Vengano qui a dircelo”. La replica di Antonio Di Pietro: “Si comporta come il bue che dice cornuto all’asino”

REGGIO EMILIA – Una scossa riformista. Per far ripartire l’Italia. Perchè senza “una riscossa civica e morale, senza questo carburante non andiamo da nessuna parte”. E finchè la gente per bene “non si alza in piedi”, non c’è possibilità di cambiamento. Con queste parole Pier Luigi Bersani ha dato il via a Reggio Emilia alla festa nazionale del Partito Democratico. Poi lo sfogo, l’orgoglio. Contro i “fascisti del web”. Contro chi definisce i democratici zombie, cadaveri ambulanti. Bersani scandisce: “Vengano qui a dircelo, vengano via dalla rete. Vengano qui”. E spiega: “Si sta creando un linguaggio, e consiglio a chi sottovaluta questi dati di linguaggio, di andarsi a rileggersi un pò di storia, e in particolare i fatti del 1919…”. Di Pietro: “Bersani si comporta come il bue che dice cornuto all’asino”.

La legge elettorale. Al centro dell’intervento del leader democratico anche la trattativa in atto sulla riforma elettorale. “Vedo francamente la possibilità di una nuova legge elettorale che cancelli il Porcellum”. Ma questo “non dipende solo da noi: lo vedremo nelle prossime ore. Noi abbiamo chiarito i nostri paletti”. Ovvero: La sera delle elezioni “il mondo deve sapere che in Italia c’è qualcuno che può governare, sennò arriva lo tsunami”. Un eventuale successo della trattativa secondo il segretario del Pd non significa però automaticamente elezioni anticipate. “Il problema è avere la nuova legge elettorale. Ma non c’è nessun automatismo rispetto all’andare a votare subito”.

Le alleanze. Bersani chiarisce: “Non siamo settari, ci rivolgiamo a chi vuole una legislatura di ricostruzione”. Poi Casini: “Io non lo sto incontrando, non abbiamo fatto alleanze”. Quanto all’Idv, invece, “ha scelto di stare fuori, ma noi siamo riformisti e la scelta di stare fuori non la vogliamo”. Ancora: “Credo che un centrosinistra serio di fronte alla crisi del paese debba isolare le posizioni di una destra regressiva e populista e debba rivolgere un appello alle forze costituzionali e democratiche. Poi starà a loro decidere se vogliono esserci o meno”.

I fascisti del web. Poi il segretario si lascia andare poi a un duro sfogo contro quelli che definisce “fascisti” del web. “Vedo che sulla rete sono rivolti al nostro partito dei linguaggi del tipo ‘siete degli zombie, dei cadaveri vi seppelliremo vivi’. Sono linguaggi fascisti e a noi non ci impressionano”. Poi la replica, secca: “Vengano qui a dircelo vengano via dalla rete. Vengano qui”, rincara il leader democratico. Non fa nomi. Ma è evidente che nel mirino ci sono tanto Beppe Grillo quanto Antonio Di Pietro, che tempo fa ha postato su internet anche un video 1con Bersani nei panni di uno zombie.

E l’11 settembre 2, alla Festa Democratica, sarà ospite il neosindaco di Parma, Federico Pizzarotti, del Movimento Cinque Stelle. 

La replica di Di Pietro. Antonio Di Pietro affida a Facebook la sua replica. Il segretario del Pd si comporta “come il bue che dice cornuto all’asino”. Non solo: “si nasconde dietro a un dito, invece di indicare responsabilmente con chi intende formare la coalizione di governo e sulla base di quale programma”. Ancora: “L’Idv è stata sempre coerente con il mandato ricevuto dagli elettori: all’opposizione era e all’opposizione è rimasta. Mentre il Pd solo a chiacchiere dice di voler costruire un governo riformista e alternativo al centrodestra e a Monti ma, nei fatti, continua a piegarsi e ad appoggiare le politiche suicide di questo esecutivo che stanno massacrando le famiglie e i lavoratori del nostro Paese”.

25 agosto 2012 – La Repubblica


Bersani: “Fermare la campagna degli zombie, il fascismo iniziò così”


Il segretario apre la festa nazionale del Pd, e prova a disegnare un futuro di alleanze. Fa allusioni a Grillo e a Di Pietro dice senza mezzi termini: “E’ l’Italia dei valori che ha scelto di rimanere fuori”

di Martina Castigliani | Reggio Emilia | 25 agosto 2012

“Non c’è nessun paese che possa vivere senza politica”. È un Bersani  rilassato quello che si presenta alla Festa Nazionale del Partito e se ai giornalisti non dichiara niente di nuovo, è dal palco che si scalda, attaccando duramente alcuni linguaggi e modi di fare politica in Italia. “Faremo partire un messaggio molto chiaro da questa festa: nelle crisi si rischia di vedere chi abbaia più forte. Corrono sulla rete dei linguaggi del tipo: siete zombie, cadaveri ambulanti, sono linguaggi fascisti e a noi non ci impressionano. Vengano a dircelo. Via dalla rete, uscite dalla rete e venite qui a dircelo”. Le dure parole del segretario Pierluigi Bersani sembrano riferirsi alla campagna delle rete ideata dai grillini e poi ripresa anche dall’Italia dei Valori che parlano di zombie per riferirsi all’attuale classe politica, nessun escluso, dai tecnici ai segretari di partito. Sulla questione però il segretario non vuole esporsi: “Non fatemi dire cose che non ho detto. Ho detto che si sta creando un linguaggio: non voglio fare nomi, dico solo che ci sono in rete questo tipo di linguaggi e dei personaggi politici che vogliono cavalcarli”.
È il palco della Festa Nazionale del Partito Democratico, dedicato al sindacalista Pio La Torre ad ospitare la prima uscita del segretario Bersani dopo le vacanze. E se l’inizio sembrava dei più tranquilli, con semplici dichiarazioni ai giornalisti, a stupire è l’invettiva che Bersani lancia dal palco. “Io dico solo una cosa, chisottovaluta questo linguaggio deve leggersi un po’ di storia. Per esempio andare ad un certo anno, era il 1919, ricordiamolo bene”. Bersani è deciso e in quello che sembra un attacco neanche troppo velato a grillini e Italia dei Valori comincia a delineare i punti principali della campagna elettorale. “Non siamo noi ad aver rotto il matrimonio con Di Pietro, – aveva detto poco prima ai giornalisti lo stesso segretario, – qualcun altro ha rotto il matrimonio intenzionalmente, io non ci sto a questi giochini. Sono mesi e mesi che non dico cose irrispettose sulle Idv e sono mesi e mesi che il mio partito è ricoperto di insulti. Ma questa è una scelta, una scelta di restare fuori”. E se il paese, come ammette il segretario, è ancora fortemente in crisi, ora è venuto il momento di parlare di concretezza, il termine chiave sul quale vuole lavorare il Partito Democratico e farlo proprio partendo da Reggio Emilia.

“Da questa città, – continua Bersani dal palco, – deve partire una proposta chiara da riformisti che vogliono cambiare le cose al concreto come si è sempre visto da queste parti, noi non possiamo tirarci indietro nel momento più difficile. I riformisti devono riprendersi le loro responsabilità davanti all’Italia”. Allestire tavoli per le industrie, rivalutare le tariffe, pensare alle banche dati per l’evasione fiscale, vedere con le forze sociali come ideare una spending review che sia davvero efficace: questi alcuni dei punti su cui il leader del Pd dice sia importante puntare l’attenzione. E naturalmente, la riforma elettorale: “Non è troppo tardi, l’ho detto già a luglio. Siamo pronti a metterci al lavoro. Si può trovare un accordo, ma questo non vuol dire che andremo a votare subito”.
In prima fila ad ascoltare il segretario Bersani, tutti i quadri generali del Pd emiliano, dal sindaco di Reggio Emilia, Graziano Del Rio, alla presidentessa della provincia reggiana Sonia Masini, fino al presidente della regione Vasco Errani. E in un’area dibattiti dedicata ad una delle tante vittime di mafia, il pensiero va alle infiltrazioni mafiose al nord e all’impegno civile di giovani che danno tutto per la politica: “ Dobbiamo essere l’esempio, – dice Bersani, di una riscossa civica e morale. Prendiamolo da Reggio Emilia questo messaggio, questa società buona può imparentarsi con questa politica buona: qui siamo in una capitale della nobiltà politica nella storia dell’Italia, nel cuore della riscossa nazionale per l’avanzamento delle culture progressiste. Noi vogliamo essere al servizio di questa riscossa”. E per concludere il pensiero va ai tantivolontari, quasi 7000 a Festa Reggio che lavorano duramente per un progetto politico: “i volontari sono qui e ci dicono che c’è da tener duro: c’è un giorno buono e un giorno cattivo e non puoi svegliarti un mattino e demoralizzarti, abbiamo davanti una sfida, ci vuole tenuta e i volontari rappresentano questa tenuta. Prendiamo il loro esempio”.

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