Alcoa, traghetto Tirrenia bloccato per due ore Operai verso Cagliari: “Una protesta al giorno”

Gli operai dell’Alcoa hanno tenuto occupato il traghetto della Tirrenia per due ore. Ora in centinaia sono diretti a Cagliari per “un’eclatante iniziativa di protesta”: attesi blitz in Prefettura e in Consiglio regionale. Nel lasciare il porto dell’Isola Bianca alcuni operai hanno fatto esplodere qualche petardo. Durante la protesta sul traghetto, su cui hanno ricevuto un pasto caldo a cura della Tirrenia, gli operai hanno esposto striscioni a difesa dell’industria nel Sulcis.

Sono attesi a Cagliari gli operai dell’Alcoa che hanno occupato per due ore il traghetto della Tirrenia che li ha riportati in Sardegna. Attesi blitz in Prefettura e davanti al Consiglio regionale dove ci saranno le comunicazioni del governatore Ugo Cappellacci sulla situazione dello stabilimento di Portovesme a cui seguirà un dibattito.

L’OCCUPAZIONE DELLA TIRRENIA – Dopo due ore di blocco i lavoratori sono sbarcati per poi salire su sei pullman che fra circa cinque ore li riporteranno a Portovesme, dove intendono proseguire la protesta. Nel lasciare il porto dell’Isola Bianca alcuni operai fanno esplodere qualche petardo. Durante la protesta sul traghetto, su cui hanno ricevuto un pasto caldo a cura della Tirrenia, gli operai hanno esposto striscioni a difesa dell’industria nel Sulcis e scambiato un casco da lavoro con il comandante della nave, Antonio Martino, che ha dato loro un elmetto blu della compagnia di navigazione. “Il Sulcis non si tocca” “Alcoa usa e getta”, sono solo alcuni degli slogan comparsi negli striscioni esposti dai lavoratori sul ponte della nave.

Il PRESIDENTE UGO CAPPELLACCI: “Purtroppo le aspettative della giornata di ieri sono state in parte deluse. Speravamo che si riuscisse a interrompere il processo di spegnimento delle celle invece è stato solo rallentato. Si continuerà ma in termini più graduali. Adesso l’aspetto fondamentale è quello legato alle trattative in corso e alla possibilità di concluderle in tempi rapidi per intervenire prima che si spengano le celle. Lo spegnimento non significa la chiusura dell’Alcoa ma rende più difficile e problematico il riavvio. Nelle prossime ore – continua Cappellacci – ci saranno altri incontri con governo, istituzioni e aziende interessate. Non solo in mattinata prenderò contatto con la Glencore per un incontro che si dovrà tenere oggi o domani”.

IL RITORNO IN SARDEGNA – All’arrivo della nave dalla Capitale a Olbia(intorno alle 7 di questa mattina), gli operai dell’Alcoa decidono di non lasciare il traghetto ma continuare la lotta da lì. “Per ora non scendiamo dalla nave”. Non ha dubbi Bruno Usai, sindacalista della Fiom nella rsu dello stabilimento Alcoa di Portovesme, che fa parte dei lavoratori che sono sul traghetto che ha riportato in Sardegna gli operai che ieri avevano protestato a Roma. Al momento ci sono circa 350 lavoratori sulla nave e protestano battendo i loro elmetti.

Intanto il Governo ieri aveva confermato il massimo impegno per la soluzione della vertenza Alcoa, a cominciare dalla convocazione, “a breve”, delle multinazionali Glencore e Klesch, interessate a rilevare lo stabilimento di Portovesme. Si legge in un verbale di accordo sottoscritto poco prima delle fine, al termine del lungo incontro al Mise, con la presenza anche del ministro Corrado Passera.

L’Alcoa si impegna a uno spegnimento “più graduale” delle celle, il cuore della produzione di alluminio. La fonderia rimarrà operativa per tutto novembre. I lavoratori dell’indotto avranno accesso alla cassa integrazione.

Sotto il ministero, i manifestanti non hanno ancora deciso se proseguire o meno nella protesta.

LA GIORNATA – Gli operai Alcoa avevano annunciato una manifestazione pacifica. Durante il corteo, partito alle 9 e 30 da piazza della Repubblica, è tuttavia esplosa la tensione. Prima petardi e fumogeni, poi l’escalation. Gli operai hanno cercato di forzare i cordoni della Polizia all’altezza del ministero dello Sviluppo economico, verso il quale hanno poi lanciato diverse bombe carte. Un manifestante è rimasto ferito ed un mezzo della Guardia di Finanza è stato danneggiato dall’esplosione. Complessivamente gli agenti delle forze dell’ordine rimasti feriti sono 14: tre carabinieri, un militare della Guardia di Finanza e due poliziotti della Questura di Roma (un ispettore e un funzionario); ferite lievi, invece, per altri otto agenti della Squadra mobile. Due feriti tra gli operai.

IL VERTICE – Nella sede di via Molise il tavolo sulla vertenza Alcoa è iniziato in tardissima mattinata. Partecipano il governo, con il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincentis, e il viceministro al Lavoro Michel Martone, i rappresentanti dell’Alcoa, la Regione Sardegna con il governatore Ugo Cappellacci, e i rappresentati degli enti locali del Sulcis Iglesiente. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, in mattinata impegnato con il ministro dello Sviluppo economico francese, ha raggiunto il tavolo attorno alle 17. Tavolo ripreso alle 18 dopo un’interruzione di tre ore. Alla vertenza è presente una folta delegazione sindacale, con circa 30 esponenti, rappresentanti di Cigl, Cisl e Uil, le loro categorie metalmeccaniche e locali.

Nel corso della riunione, la multinazionale statunitense dell’alluminio si sarebbe detta disponibile a iniziare una negoziazione con Klesch, finora l’unica società ad avere presentato una formale manifestazione di interesse. E’ quanto fa sapere il segretario nazionale della Fim, Marco Bentivogli, presente alla riunione. Alcoa sarebbe anche pronta a cominciare una trattativa con eventuali altre aziende formalmente interessate.

PASSERA – Nel corso del vertice il ministro avrebbe precisato Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, avrebbe detto che Alcoa “rappresenta uno dei casi più difficili che abbiamo al Mise, ma non ho mai pensato che fosse un caso impossibile”. Il ministro è anche andato oltre: “Alcoa è uno dei casi aziendali che seguo più da vicino. Vi garantisco il mio impegno personale diretto a trovare una soluzione”. Il ministro ha tuttavia chiesto ai presenti un impegno “anche sul piano Sulcis per ricercare anche altre occasioni di sviluppo sostenibile per il territorio”.

E’ quanto è emerso da fonti sindacali presenti al tavolo sulla vertenza Alcoa. Inoltre Passera, avrebbe aggiunto che il suo “impegno personale non è mai mancato e non mancherà” fino a quando sarà ministro. In riferimento alle dichiarazioni rilasciate nei giorni precedenti su Alcoa, Passera avrebbe sottolineato, sempre secondo fonti presenti al tavolo, che quando gli era stato chiesto della vertenza in occasione della Festa del Pd “non avevamo uno ‘straccio’ di manifestazione di interesse”.

In attesa dell’esito dell’incontro, i manifestanti dell’Alcoa hanno disposto davanti all’entrata del dicastero delle mini lamine di alluminio, dei campioncini sui quali vengono effettuate le analisi per capirne la composizioni. L’insolito tappeto di alluminio si trova davanti all’entrata del ministero di via Molise presidiata da un cordone di agenti in tenuta anti sommossa. Le esplosioni di petardi e bombe carta si sono concluse. “Basta coi petardi – hanno gridato i leader della protesta – sta iniziando l’incontro”.

IL PD – Il Partito democratico è al fianco degli operai dell’Alcoa nella ricerca di una soluzione per la salvaguardia del posto di lavoro e della continuità dell’attività industriale. Il Pd è da tempo impegnato in questa battaglia sacrosanta e chiede al governo di mettere in campo tutte le iniziative e di compiere ogni sforzo per garantire la continuità produttiva dell’azienda. Comprendiamo la preoccupazione e la sofferenza dei lavoratori, ma non accetteremo mai nessuna trasformazione della giusta protesta in forme di violenza e ci auguriamo che la manifestazione di oggi si concluda senza mettere a rischio l’ordine pubblico”. Lo afferma Emanuele Fiano del Pd. “Confidiamo – rileva – nella capacità delle forze dell’ordine di gestire questo difficile momento ed esprimiamo solidarietà al responsabile Lavoro del Pd, Stefano Fassina, che è stato spintonato da un gruppo di operai davanti al ministero dello Sviluppo economico”.

MELE ESPLOSIVE – Anche in serata sono continuate le esplosioni di petardi e bombe carta davanti al ministero dello Sviluppo economico a Roma, dove da stamani si sta svolgendo la manifestazione degli operai dell’Alcoa. I manifestanti accendono ‘mele esplosive’, conficcando il petardo acceso nel frutto per poi farlo rotolare ed esplodere. I pezzi di mela colpiscono anche giornalisti e uomini delle forze dell’ordine presenti sul posto.

LA RABBIA E LA DELUSIONE DOPO IL TAVOLO – Quando poi i delegati sindacali sono usciti fuori dal ministero per illustrare le conclusioni del tavolo, fuori è esplosa la rabbia: circa un centinaio di lavoratori ha cominciato a urlare “noi da qui non ce ne andiamo”. Gli operai dell’Alcoa sono delusi in particolare dallo spegnimento graduale delle celle: “allora tanto vale che le chiudano domani, ci dovete dire la vertia” urla una lavoratrice. “Tornate dentro”, hanno urlato ai rappresentanti sindacali. Davanti al ministero ci sono malumori e delusioni e molti operai si dicono decisi a restare ad oltranza. Durante i cori è volato anche qualche spintone.

Martedì 11 settembre 2012 07:53

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