di CLAUDIO TITO
«COSA significa non farsi logorare? Rassegnare le dimissioni e non farsi licenziare. Se Berlusconi insiste, non perdere la faccia davanti agli elettori». In questi giorni Enrico Letta ha condensato in queste parole la sua linea. Con il gruppo dirigente del Pd è stato piuttosto esplicito. Una sintesi che rende bene il senso della “tregua armata” tra democratici e Pdl. Ma che rischia di saltare già nelle prossime settimane. A settembre.
Quando lo scontro sul “salvacondotto” per Silvio Berlusconi si infiammerà di nuovo. E quando il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, metterà sul tavolo di Palazzo Chigi il patto che in queste ore ha solo preannunciato al presidente del consiglio: «Se il Pdl perde la testa, noi dobbiamo precederlo. Non possiamo commettere lo stesso errore di novembre scorso quando ci hanno lasciato da soli a sostenere Monti. Devi essere tu a staccare la spina». Ma quella dell’ex leader Cgil non è solo una constatazione, è anche un’offerta. Che prevede le elezioni in autunno.
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