Gli anni settanta segnano
il debutto di un nuovo tipo di sequestro di persona, quello
riconducibile ad una matrice politica. Ci furono sequestri
organizzati da elementi dell'estrema destra - quali quello
di Aldo Cannavale a Milano nel 1973 e di Luigi Mariano a
Lecce nel 1975 e, soprattutto, sequestri organizzati da
elementi dell'estrema sinistra. Nell'arco di un decennio
sorse, si sviluppò e si consumò
definitivamente quella tragica stagione.
Anche in questo caso si
può parlare della definitiva chiusura di un
ciclo.
A differenza degli altri tipi di
sequestro di persona a scopo di estorsione basati sullo
scambio di denaro in cambio dell'ostaggio, quelli effettuati
dai sequestratori politici hanno avuto scopi ben diversi. Le
Brigate Rosse, in modo particolare, utilizzarono i sequestri
per fini meramente politici.
Per la liberazione degli
ostaggi non veniva richiesto al cun pagamento in denaro
tranne che in pochi casi, come accadde per i sequestri di
Vittorio Gancia, rapito a Torino nel 1975 e di Pietro Costa,
rapito a Genova nel 1977, per i quali venne pagato un
riscatto.
I soldi ricavati servivano per
l'autofinanziamento dell'organizzazione.
In generale, lo scopo dei
sequestri era di tipo politico-propagandistico. La cattura
dell'ostaggio serviva per far conoscere l'organizzazione,
per dimostrare ai militanti rivoluzionari la potenza e la
capacità di un gruppo politico che era in grado di
colpire simbolicamente i centri vitali dello Stato e del
sistema capitalista.
Contrariamente agli altri tipi
di sequestro a scopo di estorsione, i cui organizzatori
tendono ad occultarsi e a non farsi individuare, quelli
delle Brigate Rosse, per esplicita loro volontà,
erano commessi con il massimo di
pubblicità.
L'atto era importante in
quanto rimbalzava sulle prime pagine dei giornali e nelle
notizie di testa dei telegiornali. Giornali e telegiornali
erano gli interlocutori privilegiati in quanto erano
ritenuti una straordinaria cassa di risonanza e di
divulgazione di quanto era accaduto. Il sequestro entrava in
tutte le case con un enorme effetto propagandistico. Lo
dimostrano i primi sequestri - quelli degli anni 1972 e 1973
che durarono da un minimo di poche ore a un massimo di otto
giorni.
Il tipo di persone sequestrate
e la durata del sequestro indicavano chiaramente che erano
atti dimostrativi che facevano parte di quella che gli
organizzatori definivano "strategia rivoluzionaria". I punti
salienti di quella strategia erano il tentativo di piegare
lo Stato, come si tentò di fare nel caso del
sequestro del dottor Mario Sossi, o di colpire il cuore
dello Stato, come nel caso del sequestro e del successivo
assassinio dell'onorevole Aldo Moro, all'epoca del sequestro
presidente del Consiglio nazionale della DC.
Il lungo calvario dello
statista democristiano durato 55 giorni - dal 19 marzo al 9
maggio 1978, esattamente venti anni fa - segnò il
picco più alto raggiunto dalle Brigate Rosse, ma nel
contempo segnò anche il tragico epilogo della
politica terroristica che venne sconfitta.
Fu la fine delle Brigate Rosse e di un
certo tipo di sequestro di persona.