OLBIA - Un bambino di 7 anni, Faruk Kassam, figlio di un principe arabo, è stato rapito ieri sera, alle 20.15, da un commando armato dell' Anonima sarda. Il sequestro è stato compiuto in una villa a Pantogia, una località della Costa Smeralda, da tre banditi, due armati di pistola e uno di mitra. Il padre del piccolo, amico personale dell' Aga Khan, è proprietario dell' esclusivo albergo "Luci di la muntagna", nel cuore della Eldorado delle vacanze, ed è uno dei primi imprenditori che ha investito in questa zona della Sardegna. L' ALLARME antisequestro è scattato in tutta l' isola poco dopo le 21, quando ai carabinieri di Olbia è giunta la segnalazione del rapimento. Mentre i diversi comandi delle forze dell' ordine sono stati allertati con l' istituzione di posti di blocco, accertamenti e indagini sono in corso a Porto Cervo e nelle zone vicine. Il sequestro è avvenuto nella villa del principe, è di origine araba ma risulta nato in Belgio e di nazionalità belga. Sotto la minaccia delle armi i tre sequestratori entrati nell' abitazione hanno imbavagliato Alì Josef Kassam Fath e la moglie, una cittadina francese, e li hanno rinchiusi in due stanze diverse. La sorellina più piccola di Faruk, di 5 anni, è stata invece immobilizzata e fatta entrare in un armadio, poi chiuso a chiave dai banditi. Bloccato il piccolo ostaggio, i rapitori si sono poi allontanati a bordo di un' auto. Il rumore della macchina che si dirigeva all' esterno del viale della villa è stato udito distintamente dall' interno. Probabilmente a bordo della vettura si trovavano uno o due complici pronti a partire non appena il commando avrebbe portato a termine il raid all' interno della villa. L' allarme è scattato intorno alle 21, quando i genitori del bambino sono riusciti a liberarsi dalle corde con le quali erano stati loro legati i polsi e le caviglie. Immediatamente in tutta la Costa Smeralda sono stati istituiti posti di blocco. E' anche scattato il piano antisequestri che prevede appostamenti e rastrellamenti lungo le strade che immettono nel Nuorese, la zona dalla quale sono partiti con ogni probabilità i rapitori per portare a termine il blitz. Stando alle prime informazioni il principe arabo è un lontano parente dell' Aga Khan Karim. L' albergo di cui è proprietario, frequentato durante il periodo estivo dal jet-set che è solito darsi appuntamento lungo gli splendidi litorali della Costa Smeralda si trova a poca distanza da un altro hotel rinomato, "Il Cervo" ed è anche situato non lontano dalla villa al centro del raid. Alì Josef Kassam Fath ha raccontato agli agenti della polizia e ai carabinieri, intervenuti in forze non appena avuta notizia del rapimento tutti i particolari del sequestro, ha ricostruito l' irruzione nella villa e ha fornito dettagli sulle armi che impugnavano i componenti del commando. Non si sa se abbia notato particolari inflessioni dialettali nella parlata dei sequestratori che comunque sarebbero stati di poche parole e che avrebbero detto fin dall' inizio che intendevano portare a termine un sequestro. Da successive informazioni è trapelato che al momento del blitz si trovava in casa anche Marion Bleriot Kassam, di nazionalità francese. Anche la donna è stata legata dai banditi. Tutto lascia pensare che i fuorilegge abbiano agito attuando un piano preparato con cura e portato a termine con lucida freddezza. I Kassam erano infatti tenuti sotto discreto ma cosante controllo dal servizio di vigilanza che opera, d' estate e d' inverno, su tutta la Costa Smeralda. Era da oltre tredici anni che in Sardegna non veniva rapito un bambino. Il 2 aprile del 1971 venne sequestrato, insieme al padre Giovanni Maria Ghilardi, allora di 49 anni, il piccolo Agostino, che all' epoca aveva 9 anni. Padre e figlio vennero prelevati nella località "Limuri", a 6 chilometri da Arzachena il comune nel cui territorio ricade la gran parte della Costa Smeralda. L' uomo e il bambino erano stati liberati dopo trentasei giorni di prigionia al termine di un conflitto a fuoco tra malviventi e carabinieri. I familiari avevano già pagato cento milioni, prima rata del riscatto. Dopo il sequestro di Agostino Ghilardi, altri due ragazzi erano finiti nel mirino delle bande che imperversavano all' epoca in Sardegna. Il 23 aprile del 1978 il piccolo Mauro Carassale, allora undicenne di Olbia, si era offerto ai banditi che avevano fatto irruzione nella villa di Portisco, sulla Costa Smeralda, in sostituzione del fratello maggiore Pietro sofferente di disturbi respiratori. Il piccolo era stato rilasciato due mesi e mezzo più tardi al termine di un versamento di un riscatto di 200 milioni. Il 24 giugno dello stesso anno era stato sequestrato a Macomer, un centro del Nuorese, mentre era in corso la trasmissione televisiva della partita Italia-Olanda per la finale del terzo e quarto posto del campionato del mondo di calcio il piccolo Gianluca Locci, 7 anni e mezzo, figlio di un concessionario di auto della zona. Il bambino era stato rilasciato tre mesi dopo, il 24 settembre del 1978, dopo il pagamento di un riscatto di 300 milioni. L' ultimo sequestro in Sardegna era avvenuto il 24 dicembre 1990, alla vigilia di Natale, a Sassari, quando un commando di malviventi aveva rapito un imprenditore Salvatore Scanu, 58 anni, nato e residente nel capoluogo sardo. L' uomo era stato rilasciato dopo cinque mesi di prigionia (durante la quale gli era stato mozzato il lobo di un orecchio) dietro il pagamento di un riscatto di un miliardo e 200 milioni.