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la Repubblica - Giovedì, 26 marzo 1992 - pagina 7
MARINA GARBESI

L' ITALIA DEI SEQUESTRI
ERA PRIGIONIERA IN FONDO A UN POZZO

E la bella Floriana racconta ' Così sono fuggita ai rapitori' Libera dopo meno di quaranta ore la ragazza sequestrata ad Oristano. A catturarla sarebbe stata una banda di principianti dell' Anonima. ' Volevano almeno tre miliardi' Un pentito avrebbe fatto i nomi degli uomini del commando: sei sospettati sotto torchio

ORISTANO - "E adesso scusatemi, vorrei fare una doccia...". Floriana si allunga sulla sedia abbozza una specie di sorriso, che forse è una smorfia. E' libera da un' ora, dopo un giorno e una notte passati nel buio di un pozzo, legata, incappucciata, senza cibo né acqua. Libera grazie ad un sequestro anomalo, fallito quasi subito, il "lavoro" di una banda di balordi, di principianti dell' Anonima. Niente a che spartire con i professionisti che ancora tengono nascosto il piccolo Farouk. Floriana Bifulco, 17 anni, pallavolista con ambizioni di successo, un bel viso mediterraneo stralunato, a mezzogiorno di ieri spunta nel sotterraneo della caserma dei carabinieri di Oristano, docile davanti ai taccuini dei cronisti e rassegnata ai flash delle tv. Addosso, ha ancora la tuta color ciclamino che portava quaranta ore prima, quando l' hanno infilata nel cofano d' una macchina e portata via. Dice, Floriana, di essere stata "trattata bene", dice che i rapitori volevano "almeno tre miliardi". Ha capito di essere sola Poi, alle nove di ieri mattina, la ragazza ha smesso di sentire la loro voce dentro quel pozzo ad una decina di chilometri da Oristano. E ha capito che l' avevano lasciata sola. Così, è sgusciata fuori, si è liberata ed è fuggita. L' ha raccolta un pastore che assieme al figlio l' ha accompagnata fino al suo casale. Da lì, Floriana ha chiamato mamma e papà. Affamatissima, ha chiesto e ottenuto un panino. Su una gazzella dei carabinieri, poco dopo le dieci, è arrivata in questura. Un "lavoro" da principianti dell' Anonima, è il giudizio degli investigatori che però si tengono ben stretta la soddisfazione del lieto fine. Tra le mani, si sono ritrovati anche un imprevedibile atou. Un supertestimone che ha vuotato il sacco, forse un pregiudicato, forse un pentito già in carcere. E' lui che ha fatto sei nomi. Quelli dei sospettati, fino a martedì notte sotto torchio in questura. Il procuratore Walter Basilone, gongola per il trionfo insperato, per un' inchiesta che sembra filare liscia come l' olio. Per un sequestro che una volta tanto si conclude prima di avvelenarsi in un' attesa estenuante, prima che si concretizzi l' incubo della tragedia. Per ora, nessun arresto. Evidentemente, l' unica prova a disposizione del magistrato è la testimonianza del "pentito", del supertestimone, che, confermano gli investigatori, non farebbe parte della banda ma sarebbe ben informato di ogni dettaglio del rapimento. Adesso Floriana - sono le quattro del pomeriggio - dorme nella sua camera, al primo piano della villa intonacata d' azzurro, villa di benestanti ma senza sfarzo, alla periferia di Oristano. Unica traccia di lusso, un campetto da tennis in tartan, però maltenuto e senza più rete. "Sono stata trattata bene", ha mormorato la ragazza nella conferenza stampa del mattino. Sfodera una calma e una naturalezza sorprendenti. I genitori che si stringono a lei, che le tengono gli occhi incollati addosso, che non smettono di accarezzarla, sorridono ma sembrano più segnati dalla vicenda, più bisognosi di conforto della figlia. Sembrava persino più commosso di Floriana lo stesso Antonino Vitellino, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Oristano, il primo ad abbracciare la ragazza dopo che si era liberata. Floriana scuote appena la chioma bruna, è lucidissima mentre ricostruisce questa brutta storia. "Mi hanno bloccato nel viottolo sterrato vicino a casa, mentre tornavo dalla palestra. Erano in quattro, tre mi hanno legato, bendato e spinto nel portabagagli di una macchina. L' altro ha preso il mio motorino". A meno di dieci chilometri dal paese c' è un pozzo profondo una trentina di metri, su un terreno di proprietà dell' ente regionale acquedotti e fognature (Esaf). Sopra il cunicolo, dal diametro di un metro e mezzo, è stato costruito un rozzo fabbricato in mattoni traforati. Il tetto è mezzo scoperchiato e cadente, la porta sbarrata da un asse di legno. Floriana è stata tenuta prigioniera qui, in questo casotto affacciato sul pozzo, senza nessuna possibilità di movimento, con la pioggia che filtrava dall' alto, al freddo di una primavera ripiombata nell' inverno. "Non mi hanno dato niente da mangiare - racconta - io dicevo di avere paura e loro, da fuori della porta, mi rispondevano di stare tranquilla, che sarebbe finito tutto presto, che però volevano ' come minimo' tre miliardi per lasciarmi andare". Floriana non parla del pozzo, si riferisce sempre a un casolare, si capisce che su questo ha avuto ordini precisi di tacere, di non scendere nei dettagli. In serata, dalla questura filtrano tre nomi, ma la cautela resta d' obbligo, nessuno è ancora finito in cella. Si tratta, per ora, di semplici interrogatori. I nomi sono quelli di tre delinquenti di seconda categoria, pregiudicati per rapina, nessun collegamento accertato coi professionisti della Barbagia del Supramonte. Enrico Musu e Giovanni Mocci sono originari di Ollastra, un paese nelle vicinanze. Musu è stato coinvolto in una sparatoria, Mocci in una rapina in un ufficio postale. Si fa il nome anche di un tal Barria. Nessuno vanta i galloni dei superlatitanti del Nuorese, questo è stato un sequestro troppo arrangiato e malgestito per essere opera di una banda collaudata. ' Nessuna telefonata' "No, non abbiamo ricevuto nessuna telefonata dei rapitori", proclama alla stampa Fioravante Bifulco, agiato commerciante di scarpe, il papà di Floriana. Nella casa del pastore che l' ha raccolta mentre vagava tra San Quirico e Tiria, alle pendici del Monte Arci, un pugno di chilometri a nord-est di Oristano, Floriana ha aspettato i carabinieri. Una folla allegra l' ha applaudita davanti alla caserma. Alla gente di qui deve essere tornato in mente un altro sequestro compiuto da balordi, quello di Giuliana Fancello, che sparì di casa a 25 anni nell' 84. Un bandito pentito telefonò poi ai carabinieri indicando il luogo dove Giuliana era tenuta in ostaggio, un tombino nello scarico fognario vicino allo stabilimento Anic di Ottana. Un precedente consolante, mescolato però a un lungo elenco di rapiti mai tornati a casa e spariti proprio qui, sulla costa ovest. Andreotti ha telefonato ieri mattina a Floriana: "La notizia della liberazione mi ha dato tanta felicità". E' vigilia elettorale e si alleggerisce in ogni caso di un altro dramma imbarazzante. E Scotti s' è complimentato con gli investigatori. Andreotti ha citato le parole di Angela Casella, che confessò durante la prigionia di suo figlio di aver odiato i calabresi e poi di avere capito che proprio loro erano le prime vittime dei delinquenti. "Molte volte - ha osservato Andreotti - i problemi non si risolvono con leggi o provvedimenti ma con un cambiamento di costume".