Aveva visto in faccia uno dei suoi rapitori
ORISTANO - Floriana Bifulco era condannata a morte. Non sarebbe mai più tornata a casa. Per un attimo, ha visto in faccia il suo carceriere, strappandosi la benda dagli occhi, e ieri l' ha riconosciuto davanti al magistrato. Di fronte a Enrico Musu, allevatore di Ollastra, 32 anni, ha annuito col capo. Era quello l' uomo che per un giorno e una notte l' ha tenuta prigioniera nel pozzo a pochi chilometri da Oristano, in attesa di "venderla" a un' altra banda che l' avrebbe poi trasferita sulle montagne del Nuorese. E Musu, ieri sera alle 9 dopo tre ore di interrogatorio, ha confessato. La sorte di Floriana era dunque segnata. Se la polizia non avesse braccato Musu e altri due complici da ieri tutti in galera, così da inceppare il sequestro sin dal principio, per la bella pallavolista sarebbe stato ugualmente richiesto, e pagato, un riscatto, ma subito dopo lei sarebbe stata uccisa. Uccisa come Puccio Carta, 21 anni, figlio di un danaroso albergatore. Puccio, era il 1974, si accorse che tra i suoi aguzzini c' era un suo amico, erano già stati pagati 88 milioni dal padre, ma il ragazzo fu ammazzato senza pietà e dato in pasto ai maiali. Un' esecuzione tra le più ciniche e feroci, anche se non l' unica. Cinque ostaggi, infatti, non sono mai usciti vivi dai covi di Oristano. Assieme a Musu, sono in cella da ieri anche Giovanni Mocci, 29 anni, e Giovanni Baralla, 30, il primo con un curriculum di furti e rapine, il secondo di attentati dinamitardi. Manovalanza dell' Anonima, senza nessun pedigree anche se proprio Baralla, originario di Benetutti, nel Sassarese, doveva essere il collegamento tra la banda di Oristano e un probabile mandante del sequestro, forse un superlatitante del Nuorese che si sarebbe limitato a commissionare l' operazione per poi pretendere almeno due terzi del riscatto. Non si può escludere che sia lo stesso Matteo Boe, sospettato di essere il regista del sequestro Kassam. Due gli assi nella manica degli investigatori che hanno consentito l' epilogo felice della vicenda. Giovanna Pala, mamma di Floriana, lunedì sera notò appostata fuori casa una Peugeot blu metallizzata con la fiancata sinistra ammaccata. La signora aveva pensato di andare incontro alla figlia, di ritorno dalla palestra. Per una manciata di minuti non ha assistito al sequestro e non è finita lei stessa nelle mani dell' Anonima. Il particolare della macchina, che poteva sembrare insignificante, si è invece rivelato cruciale. Una "soffiata" giusta, di un testimone ben informato, ha fatto il resto. La polizia riceve la segnalazione di movimenti sospetti nella zona di San Quirico, a una decina di chilometri da Oristano, poco lontano dal nascondiglio di Floriana. A San Quirico abita Giovanni Mocci, e sempre a San Quirico spunta la Peugeot. Segue un paziente appostamento, che si dimostra fruttuoso. Mocci e Baralla salgono sull' auto, che nel frattempo si scopre di proprietà di Enrico Musu, il carceriere. I due vengono pedinati e poi fermati. Musu, intanto, aspetta invano il loro arrivo nelle vicinanze del covo. Ma il "contatto" salta. La tensione sale, l' allevatore capisce che qualcosa non sta andando per il verso giusto allora molla l' ostaggio e tenta la fuga, ma la zona è circondata e Musu viene bloccato dagli agenti. Sono le 3 di martedì mattina, Floriana riuscirà a liberarsi e tornare a casa sette ore più tardi. Nel casotto dov' era legata la ragazza sono stati trovati passamontagna e pistole. Floriana doveva restare parcheggiata lì solo poche ore. Ma sono ore che faticosamente cancellerà dalla memoria. Era terrorizzata, forse era consapevole del rischio che correva per aver visto in faccia uno dei rapitori. Di sicuro, sapeva che a ben pochi ostaggi viene risparmiata una seconda violenza, quella carnale. Il questore Virglio Fichera sospira: "Mi ha confessato di avere implorato i banditi di ucciderla piuttosto che stuprarla". Per aiutarla a dimenticare, ieri gli studenti e compagni di scuola sono andati in corteo a festeggiarla sotto casa. Le hanno regalato un cane di peluche da aggiungere alla sua collezione. Floriana, con un megafono, ha ringraziato dal terrazzo. Poi l' attendeva un tour de force in questura, un lungo interrogatorio durante il quale ha definitivamente incastrato i suoi aguzzini. Oggi tornerà a scuola. Dovrà riabituarsi alla vita normale, alla routine degli allenamenti in palestra. L' inchiesta, condotta con successo dalla procura di Oristano e dal giudice Walter Basilone, ora è passata ufficialmente alla Superprocura e al sostituto distrettuale Mario Marchetti. Toccherà a lui "torchiare" soprattutto Giovanni Baralla per scoprire eventuali collegamenti con la "regia" barbaricina del sequestro. Per Enrico Musu, la carriera di "duro" dell' Anonima è finita. In passato, lui e la fidanzata Paola Selis erano soprannominati i "Bonnie e Clyde" sardi per via di una furiosa sparatoria e di alcune rapine di cui la coppia fu protagonista.