L' appello a Orgosolo nella messa di Pasqua Un messaggio di venti righe: ' Sono venuta qui perché il vostro paese è nel cuore della Sardegna. Siete gente di cuore, so che potete capirmi' . Poi la chiesa è esplosa in un lungo applauso. Alla funzione ha preso parte anche l' ex ergastolano in libertà provvisoria, Graziano Mesina
NUORO - "Per amore della vostra bellissima terra, per amore di un bambino, a Dio e a tutte voi, mamme della Sardegna, chiedo il vostro aiuto e il vostro sostegno". Per cento giorni hanno taciuto, straziati dal dolore, angosciati per la sorte del loro bambino, timorosi che una parola di troppo potesse danneggiare o intralciare le trattive per la sua liberazione. Un silenzio impenetrabile, deciso all' indomani del sequestro del piccolo Farouk nella speranza di una rapida conclusione della drammatica vicenda. Da allora sono passati molti giorni, nell' attesa inutile di un segnale decisivo da parte dei rapitori. Ma da settimane anche l' Anonima tace. Dalle sue prigioni, dopo una lettera fatta pervenire alla fine di febbraio, non giungono più notizie. Le trattative si sono arenate e così nella loro casa della Costa Smeralda i Kassam hanno deciso di rompere la consegna del silenzio. Lo ha fatto la madre del bambino, Marion Bleriot, andando il giorno di Pasqua a Orgosolo, nel cuore del Supramonte, tra le montagne dove probabilmente Farouk viene tenuto in ostaggio. Una decisione maturata all' improvviso leggendo sui giornali la gara di solidarietà che gli abitanti del centro barbaricino hanno messo in moto pochi giorni fa per restituire a un gruppo di turisti polacchi i risparmi che gli erano stati rapinati da due malviventi. Un disperato appello Lì, tra "gente di cuore", la madre di Farouk ha lanciato un disperato grido di aiuto alle madri della Sardegna, perché sostengano la sua battaglia per la liberazione del bambino e con il loro forte ascendente convincano gli uomini dell' Anonima a restituire il piccolo alla famiglia. L' appello è risonato poco dopo le 11 nella chiesa del "Santissimo Salvatore" gremita di fedeli per la messa pasquale. Nel paese in festa Marion Bleriot era arrivata, accompagnata da due conoscenti, qualche minuto prima quando sul sagrato della parrocchia tutto era pronto per la processione dell' "incontro". Vestita dimessamente con pantaloni neri e un maglione verde si è avvicinata al parroco don Sebastiano Sanguineti, sino a quel momento all' oscuro dell' iniziativa, gli ha chiesto di poter leggere durante la messa l' appello, neanche venti righe scritte a mano su un foglio. Più tardi, al rientro in chiesa dei simulacri di Cristo e della Madonna, la madre di Farouk ha preso posto nelle primissime file accanto ad alcune donne orgolesi vestite di nero e ad un gruppo di uomini in costume barbaricino. Prima dell' omelia ad un cenno del parroco è salita sull' altare e ha letto il messaggio. "Oggi è Pasqua, giorno di festa e di allegria. Nei vostri paesi si festeggia anche per le strade. La Madonna cammina verso l' incontro con Gesù, suo figlio. Per me, però, che sono anch' io mamma, oggi non è possibile andare all' incontro con mio figlio. Di questo figlio che purtroppo da più di tre mesi è diventato famoso. Sono la mamma di Farouk". "Sono venuta qui", ha proseguito Marion Bleriot, "perché il vostro paese è nel cuore della Sardegna. E' famoso per la sua ospitalità. Ma l' idea mi è venuta leggendo i giornali in questi ultimi giorni. Quello che aveva fatto per questi turisti stranieri mi ha colpito. E' stato un gesto di gente di cuore. Mi sono detta: ' Ecco è lì che devo andare, questa gente mi aiuterà' . A voi, a tutte le mamme di quest' isola lancio il mio grido perché so che voi potete capirmi. Abbiamo portato in grembo i nostri figli per nove lunghi mesi e li abbiamo amati, curati, coccolati per giorni e notti. Anche se ogni tanto ci fanno arrabbiare gli abbiamo dato il meglio di noi. Poi un giorno tutti gli sforzi vengono distrutti". "Nessuna lacrima, nessun grido", ha concluso la mamma di Farouk ricordando il comportamento del figlio quando il 15 gennaio scorso venne portato via, "solo una voce angosciata di un bambino che dice: ' Ma io voglio restare con mio papà' . Per amore della vostra bellissima terra, per amore di un bambino, a Dio e a tutte voi mamme della Sardegna chiedo il vostro aiuto e il vostro sostegno". A queste parole la chiesa è esplosa in un lunghissimo applauso. Al termine della messa ancora manifestazioni di solidarietà. Tantissime, commosse e spontanee. A centinaia gli orgolesi si sono messi in fila per poter consolare la mamma di Farouk con un abbraccio, una stretta di mano, un sorriso, una parola di conforto. Don Sanguineti ha dovuto faticare per strapparla al loro slancio. "La gente ha reagito con grande partecipazione, con grande solidarietà umana", ricorda il parroco. "La gente era davvero molto commossa, partecipe del grande dolore della madre. Sono dovuto intervenire per portarla via perché l' ho vista stanca, stordita da una manifestazione così calorosa". Prima di riprendere la strada del ritorno per Porto Cervo, dove nella villa di Pantoggia era attesa dal marito Fateh e dalla figlioletta di cinque anni Nour Marie, Marion Kassam si è intrattenuta qualche minuto col parroco nella sagrestia. E qui ieri si è recato anche Graziano Mesina, l' ex ergastolano in libertà provvisoria, a Orgosolo da alcuni giorni per riabbracciare la madre. "Grazianeddu", numero uno del banditismo sardo quando ancora le donne e i bambini erano rispettati e non venivano sequestrati, ha preso parte alla messa, poi ha salutato don Sanguineti, ma non ha voluto fare alcun commento sulla vicenda. Nell' isola intanto cresce l' ansia per Farouk di cui si stanno facendo portavoce i vescovi. Dopo gli interventi dei presuli di Sassari e Oristano, l' arcivescovo di Tempio, Pietro Meloni, con una lettera si è rivolto ai rapitori perché restituiscano la libertà al bambino. ' Ascoltate la nostra preghiera' "Per ora non è nemmeno giunta la luce di una voce che indichi la possibile stada del suo ritorno. Ascoltate la nostra preghiera. Fate che per questo bambino sia felice la Pasqua come per tutti i bambini del mondo", ha scritto monsignor Meloni. "A te Farouk, piccolo amico, sfinito dal dolore, anche a nome di papà e mamma dico: sii forte! Prega e perdona. Ti aspettiamo presto per fare una grande festa. Buona Pasqua, Farouk! Salam alekhi! Il tuo amico vescovo".