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la Repubblica - Sabato, 27 giugno 1992 - pagina 18
MARINA GARBESI

Dal carcere parla Annino Mele: ' Evitate il braccio di ferro'
L' EREDE DI MESINA CONDANNA ' IL RAPIMENTO NON PAGA'

PORTO CERVO - Nella sua cella di Bad' e Carros, una mattina di quattro anni fa, mani premurose gli servirono un caffè corretto alla stricnina. Bastò un sorso, alla "fera" di Mamoiada, al "balente", che aveva raccolto l' eredità di Grazianeddu Mesina, per capire che un giuda lo voleva morto. Annino Mele, dieci sequestri e due omicidi sulla coscienza, rovesciò il bicchiere e in gran fretta fu trasferito in continente, nel meno rischioso carcere di Busto Arsizio. Primula rossa della Barbagia, Mele, 42 anni, è stato anche il leader del "Mas", il Movimento armato sardo che coniugava banditismo e terrorismo, responsabile negli anni di piombo della "campagna Peci" sull' isola, che si traduceva nell' eliminazione fisica dei pentiti. Alla latitanza, Annino disse addio nell' 87, ormai unico sopravvissuto in famiglia, dopo che la faida aveva annientato in un bagno di sangue il padre Cosimo e altri quattro parenti. Dice un proverbio: "Briga' e frades, briga' e canes", una lite fra fratelli è una lite fra cani, ma questa è una legge che non vale, a Mamoiada. Oggi, Annino scrive le sue memorie e tesse al telaio splendidi scialli. Le giornate di un ergastolano non passano mai, ma c' è chi sostiene che schegge della sua banda siano ancora attive. E che aspettino il suo ritorno. Non si dà arie da boss, Annino, ma è ancora considerato un capo. L' abbiamo intervistato sul rapimento Kassam. E lui, nella solitudine della sua cella singola, ha accettato di rispondere rinunciando, per una volta, alla sua cupa scontrosità. Le sue parole sono un messaggio ai carcerieri di Farouk, anche se subito Mele puntualizza di non avere l' autorità e gli elementi sufficienti per "dire o ordinare" qualcosa a chi tiene in ostaggio il bambino. Che cosa sarebbe saggio per uscire da questa situazione? "Intanto, non condivido il braccio di ferro tra polizia e sequestratori. Lo ritengo deleterio ai fini di una veloce e indolore liberazione del rapito". Dunque, nessuna mossa azzardata, nessun contropiede dei Nocs. Ma, è il consiglio di chi se ne intende, prudenza e ancora prudenza. La ferocia dei banditi è calcolata, ma se c' è qualcosa da evitare, e che il codice barbaricino non tollera, è proprio l' arroganza, se questa viene intesa come sfida diretta anche da parte degli uomini in divisa o della famiglia. "In una circostanza come questa - continua Mele - in cui il piccolo Farouk è al centro di uno scontro ogni giorno più drammatico, è necessario che ognuno ammorbidisca i propri interventi e si dia la possibilità a persone al di sopra delle parti di intervenire con opportune mediazioni". Forse, è proprio quel che sta accadendo nelle ultime ore. Uomini "di rispetto", ambasciatori della famiglia estranei alla malavita, che si offrono come garanti dell' anonima. Che cosa pensa che stiano facendo i rapitori in questi giorni? "Anche per loro sono momenti delicati, al punto che non è possibile prevedere il preciso comportamento di ogni singolo componente della banda". E lei, che cosa farebbe per salvare Farouk? "Io opterei per una soluzione di massima transigenza da parte delle forze dell' ordine, in modo da favorire i contatti per la liberazione del bimbo tenuto prigioniero. E per intermediari sceglierei persone di massima fiducia e riserbo". Un giorno, lei ha affermato che il sequestro non paga. Perché, allora, il fenomeno continua? "Lo ripeto: il sequestro è dovuto a situazioni di necessità contingente. E comunque, dandone la giusta dimensione politica e morale, non si può dire che il rapimento paghi. Se il fenomeno è ancora presente, come del resto lo sono altri delitti, ciò dipende anche da una gestione politica incapace di intervenire equamente in questi problemi". E' lo stesso rapire un bambino o un adulto? "Non ci sono differenze, ma in genere un bambino vive il sequestro fin dall' inizio con meno paura di un adulto". Come si sceglie un ostaggio e si stabilisce il prezzo? "Lo si individua per il suo tenore di vita elevato e la certezza che abbia beni disponibili. E' solo attraverso questi ultimi che si può stabilire il prezzo. Mi auguro che questa certezza sia valida anche stavolta".