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SEQUESTRO KASSAM: In un'intervista al Tg5 il padre di Farouk replica alle accuse di Boe

 

«Quel bandito è uno stupido»

 

«Lui ha perso questo gioco tragico, e io ho vinto»

 

Nizza : Per tutta la giornata ha reso inutile la caccia dei cronisti. Introvabile. Fateh Kassam, pesantemente chiamato in causa e ingiuriato nel memoriale di Matteo Boe, sembrava aver scelto la linea del silenzio. Sembrava preferisse non rispondere al rapitore del figlio. Poi all'improvviso, ieri sera, è stato raggiunto da una troupe del TG5. E (in esclusiva) l'intervista di Fateh è arrivata nella casa di tutti gli italiani.   Il volto riposato, aria tranquilla, parole durissime. Qualche sorriso ma pesanti siluri all'indirizzo dell'uomo che gli ha rovinato la vita. Fateh Kassam è andato via dalla Sardegna, ieri (nella sua casa di Nizza) aveva al suo fianco il piccolo Farouk. Con tanta voglia di giocare, come sempre per fortuna, nonostante lo sfregio. Ed ecco l'intervista andata in onda ieri sera su Canale 5.   Fateh Kassam, cosa risponde alle durissime accuse lanciate dal rapitore di suo figlio?   «L'unica cosa che posso rispondere a questo poveraccio, secondo il quale mi sarei arricchito grazie a questo sequestro....... cosa posso dire? Anche rispondere sarebbe accettare e dare importanza a questo personaggio. Io non penso che meriti importanza».   Boe dice di non essere stato il rapitore, ma il carceriere.   «Lui mi accusa per poi dire che non è venuto a casa, non ha portato via il bambino, non è lui che gli ha tagliato l'orecchio ma è uno che gli assomiglia. Che è grande e grosso come lui. Penso che la giustizia e il Tribunale potranno giudicare se lui era in casa quella sera e se è lui che ha tagliato l'orecchio di mio figlio. Se è lui che l'ha torturato, anche se secondo lui non è una tortura perché non fa male. Una cosa proprio normalissima. Rispondergli e dire: sì hai custodito mio figlio mentre la tua donna ha avuto un figlio concepito durante il sequestro. Questo punto tu l'hai sempre negato: non è tuo figlio? Allora hai partecipato al sequestro. E in quel caso vorrei vedere Boe dirlo in Tribunale»   In queste accuse infamanti, Boe ha detto che lei era propenso anche a cagionare la morte di suo figlio. Infatti, solo a quel punto, loro avrebbero preso la decisione di liberarlo.   «Penso che lui sia più stupido di quello che pensavo e non sarà contento di sentirlo. Perché il loro gioco di andare avanti con la trattativa, cercare di liberare un bambino che viene tagliato a pezzi se i soldi non bastano, l'unico modo è far capire che quando si arriva a un certo momento, basta: non si va più avanti. È così che si tratta. Uno deve essere anche duro. Lui ha perso a questo gioco, ho vinto io. Così lui si arrabbia. Mi dispiace per lui ma gli auguro vent'anni di felicità. In galera».   Sin qui le parole di Fateh Kassam. Sul filo dell'ironia, ma durissime. Non vorrebbe rispondere "a quel poveraccio", ma alla fine replica e sottolinea di «averlo sconfitto». E lo definisce "stupido". Il padre di Farouk, come si può capire, non è uno che si tira indietro. Avere suo figlio al fianco, gli fa capire di avere vinto la partita. E, soprattutto, quello che traspare dall'intervista del Tg 5, è che Fateh Kassam non crede che Matteo Boe non abbia partecipato materialmente al sequestro né che sia soltanto il carceriere. E sul taglio dell'orecchio è durissimo: "tagliare a pezzi un bambino se i soldi non bastano".   Una curiosità: Fateh augura a Boe vent'anni di felicità in galera. Potrebbero essere molti di più.   Si conclude così questa nuova fase drammatica de sequestro di Farouk Kassam, iniziata venerdì a Cagliari con la consegna al giudice Michele Jacono del memoriale di Boe. Un memoriale arrivato improvviso solo per chi ha seguito le fasi precedenti distrattamente. In realtà, dopo la condanna a trent'anni di Asproni e Marras si attendeva un qualunque passo da parte dell'ex latitante. E' arrivato un gesto clamoroso, una confessione che però, nelle analisi del giorno dopo, può apparire lacunosa e parziale. Saranno i giudici a deciderlo. Fateh Kassam da parte sua doveva rispondere. Le violente parole di Boe meritavano una risposta diretta. Che è arrivata puntuale. Alcuni pesanti apprezzamenti del memoriale sono stati 'tagliati' da alcuni giornali (tra cui il nostro): ma restava ugualmente la violenza di alcune considerazioni. La parola adesso passa alla giustizia.