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SEQUESTRO FAROUK: Il bandito di Lula è stato estradato ieri, a tarda sera, dalla Francia

 

Matteo Boe torna in Italia

 

Olbia - Matteo Boe è tornato in Italia. Un aereo proveniente da Parigi è atterrato ieri notte in un aereoporto della penisola: a bordo c'era il superdetenuto che è stato subito accompagnato in un carcere di massima sicurezza del nord Italia. Il tutto è avvenuto nella massima riservatezza e con un improvviso, forse tattico, cambiamento di programma: nella serata pareva ormai certo l'arrivo a Cagliari e il trasferimento in un carcere sardo. Invece, almeno per il momento, Boe resterà lontano dall'Isola. Massimo segreto e massime misure di sicurezza per colui che, secondo gli inquirenti, è l'uomo chiave dei due audaci sequestri nel cuore della Costa Smeralda, vittime Farouk Kassam e Giulio De Angelis. L'uomo che nel 1986 riuscì ad evadere dalla colonia penale dell'Asinara.   Boe era detenuto in un carcere di massima sicurezza dell'hinterland parigino dal momento del suo arresto, il 15 ottobre del 1992. Ha smesso di opporsi alle richieste di estradizione, forse anche a causa del durissimo regime carcerario, qualche mese fa. E da allora la pratica, che si trascinava da tre anni, è stata velocemente conclusa. L'ultima sentenza del Consiglio di Stato è stata depositata l'otto novembre scorso: da quel momento la procedura di estradizione si può considerare terminata. Ma fino a ieri sera l'avvocato difensore di Boe, Franco Luigi Satta, non era a conoscenza del trasferimento del suo assistito.   Matteo Boe era stato arrestato a Porto Vecchio, in Corsica, dagli uomini della squadra mobile di Sassari che erano arrivati al più ricercato latitante sardo, già fortemente sospettato del sequestro Kassam, seguendo la moglie Laura Manfredi, in attesa del terzo bambino, che andava ad incontrare il suo compagno assieme ai due figli. In una sacca, le fotografie che daranno la svolta decisiva alla vicenda Kassam con l'arresto e la successiva condanna di Mario Asproni e Ciriaco Marras ritratti assieme a Boe davanti alla grotta prigione di Farouk.   Dopo una breve detenzione a Marsiglia, Boe viene trasferito a Parigi dove in tre anni viene rinchiuso in diverse carceri di massima sicurezza. In Francia lo raggiungono tutta una serie di richieste di estradizione alle quali si oppone. Inizia la Procura di Firenze per il residuo di pena che deve scontare per il sequestro di Sara Niccoli, poi in successione quella distrettuale di Cagliari per Farouk Kassam, quella di Tempio per Giulio De Angelis e quella di Lecce per il rapimento di un imprenditore della zona. Ha risvolti pugliesi anche la vicenda De Angelis, per cui Boe è indagato assieme a due compaesani e ad un leccese che avrebbe riciclato il denaro.   Il regime carcerario francese è pesantissimo: Matteo Boe vive sempre in isolamento, guardato a vista e per mesi non può incontrare nè la sua compagna nè i tre bambini. Il magistrato di sorveglianza parigino parla di non meglio precisati preparativi per una fuga. Boe protesta con un ostinato silenzio davanti agli inquirenti italiani. Quando vanno i magistrati tempiesi per un confronto con Giulio De Angelis si dipinge la faccia di blu, quando si trasferisce a Parigi l'intera corte per sentirlo come indagato di reato connesso nel processo per il sequestro di Farouk Kassam si rifiuta di rispondere e protesta per il regime carcerario. Cosa che fa regolarmente anche Laura Manfredi ogni volta che ne ha l'occasione, specialmente dietro le quinte del processo Kassam.   È probabile che siano stati i mesi passati senza vedere la sua compagna e i bambini, le severe restrizioni, a convincere Boe a non opporsi più alle richieste di estradizione, a cambiare strategia difensiva. Da quel momento la pratica è andata veloce fino al trasferimento di ieri sera abbastanza inaspettato. Le previsioni infatti parlavano di un'estradizione per fine mese.   Il primo appuntamento giudiziario per Matteo Boe in Sardegna potrebbe essere il processo d'appello per il sequestro Kassam che si apre giovedì prossimo davanti alla Corte d'Appello di Sassari. Sul banco degli imputati ci saranno Mario Asproni e Ciriaco Marras, condannati in primo grado a ventisei anni.   Boe dovrà comparire ad aprile davanti al Gip che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero Mauro Mura. Ma la sua testimonianza, nella veste di indagato di reato connesso, sarà probabilmente richiesta prima a Sassari. Nel processo di Tempio è stato chiamato in causa mille volte, pilastro - suo malgrado - delle tesi dell'accusa con quelle scottanti foto ricordo che hanno condannato i due compaesani. Dai misteri di quel rullino alla grotta sul Montalbo passando per l'incontro con due agenti dei servizi segreti, storie raccontate senza l'attore principale: Boe Matteo da Lula.  

 

CATERINA DE ROBERTO