sequestro di persona / kidnapping .....0154

 

 

 

 

Gianbattista Pinna (Titti)

 

 

Rapito martedì 19 settembre 2006 ..
alla famiglia Pinna di Bonorva giunge una telefonata: "Giambattista lo abbiamo sequestrato noi, preparate 300.000 euro altrimenti lo ammazziamo!"
Vecchio tragico copione. Chi come noi lo ha vissuto lo conosce bene. A qualcuno di noi "ex" fa venire ancora i brividi, qualcun' altro lo ha sepolto sotto i calli dell' esperienza.
Siamo moralmente e empaticamente vicini alla famiglia Pinna ed al signor Gian Battista.
E' un sequestro classico ? E un sequestro anomalo ? I giornalisti si sbizzarriscono in ipotesi, ma di sicuro è un "Sequestro di Persona".

Titti riesce a fuggire dalla prigione in cui era stato gettato il 28 maggio 2007 senza pagare il riscatto..

CRONOLOGIA E RICOSTRUZIONE DEL RAPIMENTO

SEQUESTRO / LA SVOLTA
Liberato dopo 8 mesi Titti Pinna
"Ho perdonato i miei rapitori"
Arrestati un allevatore e un pastore
L'allevatore sardo prigioniero dal 19 settembre dello scorso anno è stato rilasciato. I carabinieri lo hanno accompagnato in ospedale. Le sue prime parole: "Chi ha vinto il campionato?"


CAGLIARI, 28 maggio 2007 -  Titti Pinna, l'allevatore di Bonorva (Sassari) rapito il 19 settembre scorso nelle campagne della sua città, è stato liberato stamane nell'Oristanese.
Sarebbe stato lo stesso ostaggio a telefonare a casa sua poco prima delle 9 da un'azienda di Sedilo, nell'Oristanese, vicino al luogo dove i suoi sequestratori l'hanno liberato.
 
La liberazione è avvenuta mentre nella zona di Sedilo era in corso una battuta dei carabinieri, con l'ausilio dello Squadrone Cacciatori di Sardegna, cominciata intorno alle 5 di stamane.

L'ARRESTO
 
Le due persone fermate dopo la liberazione di Titti Pinna sono state arrestate su disposizione dei magistrati della Dda Mauro Mura, Paolo De Angelis e Gilberto Ganassi. In manette con l'accusa di sequestro di persona sono finiti Salvatore Atzas, 60 anni, che aveva in uso l'ovile nel quale è stato tenuto prigioniero l'allevatore di Bonorva, e il servo pastore Natalino Barranca, 67 anni. I due, entrambi di Sedilo, sono stati fermati subito dopo la liberazione del sequestrato e interrogati a lungo da carabinieri e polizia nella caserma di Ghilarza. Ora verranno accompagnati in carcere a Oristano.
 
 
IL RISCATTO
 
Sul possibile pagamento di un riscatto, gli inquirenti non commentano. La domanda è stata posta stamane durante la conferenza stampa tenuta a Nuoro dal comandante regionale dell'Arma, Gilberto Murgia, e da quelli provinciali di Nuoro e Sassari, colonnelli Salvatore Favarolo e Paolo Carra, ma i carabinieri non confermano nè smentiscono. Le ultime indiscrezioni, filtrate ad aprile sulla stampa, parlavano di una richiesta di riscatto di un milione di euro.
 
LA RICOSTRUZIONE

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Titti Pinna si è liberato autonomamente, dopo che i suoi rapitori l'avevano lasciato da solo nella buca che costituiva la sua prigione, trovata vicino a un casolare dotato di luce elettrica. Pinna, dimagrito di 20 chili, con barba e capelli lunghi, ha percorso poche decine di metri e raggiunto l'azienda per la lavorazione di basalto a tre chilometri dall'abitato di Sedilo.

Aveva ancora le catene che gli immobilizzavano le mani, abiti sporchi e stracciati e ha stentato a farsi riconoscere dal personale dell'azienda, da cui ha chiesto di poter chiamare a casa. Molto provato e disidratato ma senza segni di violenza, è stato subito raggiunto dai carabinieri, in particolare da un ufficiale che in questi mesi è stato molto vicino alla famiglia e che l'ha anche accompagnato sull'ambulanza con l'ex ostaggio è giunto all'ospedale di Nuoro, accolto da telecamere, fotografi e giornalisti, cui ha concesso un sorriso stanco e sollevato.
 
Pinna è arrivato in barella nel reparto di medicina dell'ospedale, dove è destinato a restare per accertamenti e dove ha ricevuto anche la visita dell'arcivescovo di Nuoro, monsignor Pietro Meloni.

I carabinieri hanno ribadito di non aver mai messo in dubbio che Titti Pinna fosse stato sequestrato. La conferenza stampa a Nuoro è stata tenuta dal comandante regionale dell'Arma, generale Gilberto Murgia, e dai comandanti provinciali di Nuoro, colonnello Salvatore Favarolo, e di Sassari, colonnello Paolo Carra.
 
LE SUE PRIME PAROLE

«Chi ha vinto il campionato quest'anno?» Senza notizie del mondo esterno da otto mesi, l'ex ostaggio Titti Pinna ha chiesto al comandante provinciale dei carabinieri di Sassari, colonnello Paolo Carra, chi avesse vinto lo scudetto. È stata una delle prime domande poste dall'allevatore agli inquirenti poco dopo la liberazione, sui cui particolari viene mantenuto uno stretto riserbo

Titti Pinna ha detto ai familiari di essere stato trattato bene dai suoi rapitori. ''Siamo molto felici - ha detto il fratello Salvatore - Abbiamo sentito Titti e ci ha detto che sta bene e che l'hanno trattato bene. E' molto contenta anche mia madre che non vede l'ora di riabracciarlo''.
 
LA SORELLA
''E' la fine di un incubo, ma in questo momento non ho la forza di dire nulla''. E' il commosso commento di Maria Margherita Pinna, sorella dell'allevatore tornato libero dopo otto mesi e nove giorni nelle mani dei banditi.
 
La donna, molto emozionata non ha voluto neanche confermare di aver avuto un primo contatto col congiunto. ''Aspettiamo di poterlo vedere e abbracciare'', ha spiegato.

IL SINDACO
«Oggi è una giornata bella, che ripaga di tante amarezze sofferte in questi mesi dal paese e dalla sua famiglia». Così il sindaco di Bonorva (Sassari), Mimmino Deriu, commenta la liberazione di Giovanni Battista Pinna, l'allevatore sequestrato alla periferia del paese il 19 settembre scorso.

«Penso in particolare alla madre di Titti, ma oggi non ci sono parole per definire questa gioia». Il primo cittadino ha detto di non conoscere i particolari della liberazione, riferendo che Pinna sarebbe stato trovato in un cantiere nei pressi di Sedilo dai Cacciatori di Sardegna.
 
IL PERDONO AI RAPITORI
"Ho perdonato i miei sequestratori". Lo ha detto Giovanni Battista Pinna. Commossa la sorella Maria. "Titti -ha dichiarato- è contentissimo, ringrazia Dio e Gesù per la forza che gli hanno dato in questi mesi. Quanto a noi -ha aggiunto- non ci siamo mai sentiti soli. Sapevamo che Titti sarebbe tornato ed è tornato. Ora prenderemo la vita come viene".

arrestati:

In manette con l’accusa di sequestro di persona sono finiti:
Salvatore Atzas, 60 anni, che aveva in uso l’ovile nel quale è stato tenuto prigioniero l’allevatore di Bonorva, e il servo pastore Natalino Barranca, 67 anni. I due, entrambi di Sedilo, sono stati fermati subito dopo la liberazione del sequestrato

fotografie disponibili