Tribunali, ora è guerra di capoluoghi tra Olbia e Tempio

 di Luca Rojch – 

OLBIA. La mattanza di Stato che ha cancellato la sezione staccata è uno schiaffo all’orgoglio della città. Una sorta di chiamata alle armi per difendere il campanile. Mentre il governo smonta pezzo dopo pezzo i suoi uffici e va via, sullo sfondo prende corpo una lotta tra poveri. Tra i due capoluoghi che a malapena si sono sopportati in tempi di abbondanza. Le posizioni si fanno nette tra chi punta alla secessione giudiziaria da Tempio e chi non vuole strappi troppo violenti, ma chiede che il tribunale in città non venga cancellato. Il sindaco Gianni Giovannelli non ha paura di annunciare l’avvio di una campagna per creare un tribunale autonomo in città, separato da Tempio. «Da sindaco rivendico la centralità di Olbia – dice Giovannelli – e chiedo con forza che diventi sede di tribunale. E lo dico perché ho visto una scarsa forma di solidarietà verso la sezione staccata. Il territorio non si è stretto intorno a un suo presidio fondamentale. Al contrario in una visione tempiocentrica in molti non si sono spesi per la causa come mi sarei aspettato». Anche il vicesindaco Carlo Careddu è pronto alla battaglia perché la città non perda il suo tribunale. «La Gallura subisce un nuovo inaccettabile scippo – afferma Careddu –. La soppressione della sede di Olbia indebolisce molto anche Tempio. È da ciechi non rendersene conto. Il governo taglia il diritto alla giustizia. Dobbiamo lottare per ripristinare il tribunale in città. Olbia non può prescindere dalla presenza del tribunale. Da subito dobbiamo lavorare perché non ci sia il taglio. Perché questa decisione sia rivista. Questa sopressione che non dà risparmio non serve a nulla. Olbia ha sempre espresso solidarietà nei confronti del territorio, ha in carico la discarica e dà servizi a tutto il territorio, mi aspettavo maggiore solidarietà». Ma ci sono anche posizioni più nette. E ad alimentare un certo sentimento di distanza dall’altro capoluogo c’è stato anche l’atteggiamento un po’ balbettante di Tempio. Che mentre proponeva unità metteva a disposizione i locali per accogliere gli uffici per ospitare le aule della sezione staccata di Olbia. Atto di efficienza secondo l’amministrazione, non troppo apprezzato fuori dalla capitale giudiziaria della Gallura. «Nessuno, neanche i nostri parlamentari, aveva fatto i conti con questo governo – dice l’assessore Davide Bacciu a nome della lista Civica –. Le avvisaglie non mancavano. Diamo atto ai nostri parlamentari di essersi battuti per il mantenimento della sezione staccata, ma con amarezza dobbiamo registrare la soppressione. Non si è capito che questo governo avrebbe in ogni caso tagliato. E il taglio è arrivato sul ramo florido, non su quello secco. Lo stesso capo dipartimento Luigi Birritteri nella relazione al Ministro Paola Severino, aveva segnalato l’anomalia di Olbia, che avrebbe dovuto ospitare la sede centrale del tribunale. La politica locale, fino alla fine, ha tentato di salvare entrambe le sedi, e ha ottenuto un danno per i cittadini con la soppressione della sede più importante. Vista la posizione del sindaco di Tempio e del presidente del tribunale, chiediamo ai parlamentari del territorio di farsi promotori di una proposta di legge che indichi Olbia come sede centrale del tribunale». E a mettere nuova benzina sul fuoco anche le parole del vicepresidente della commissione giustizia alla Camera, Federico Palomba. «L’Idv può sostenere le rivendicazioni dei territori che hanno visto la decapitazione degli uffici giudiziari. In commissione Giustizia ho chiesto di mantenere le sezioni staccate con espressa menzione di quelle di Olbia, Carbonia e Sanluri. Sono stucchevoli i piagnistei del giorno dopo da parte di tutti partiti che sostengono il governo Monti e che in Parlamento non hanno mosso un dito per salvare le sezioni staccate sarde». La Nuova Sardegna 12 agosto 2012

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