Sentenza a Genova: accusare un politico di “leccaculismo” non è diffamazione

Il vignettista Davide Sacco aveva definito così la tendenza dell’esponente di Forza Italia Enrico Nan ad assecondare sempre il dominus Claudio Scajola. Il giudice di primo grado lo ha assolto: “Approvare chi può decidere il proprio destino” è una forma di “intelligenza politica”. Anche se “non apprezzata”

di Matteo Muzio | 27 agosto 2012

Fare satira in Italia è un mestiere a rischio. Per comici, scrittori e vignettisti toccare il potere è sempre un azzardo, non sapendo mai come può reagire il potente di turno. Ma non è per il suo lavoro di disegnatore satirico che Davide Sacco, genovese, già collaboratore delle pagine genovesi del Giornale, de Linkiesta e del Foglio, è finito nel mirino di Enrico Nan, ex deputato di Forza Italia per quattro legislature e attualmente coordinatore ligure di Fli. Sacco è stato querelato per le sue opinioni, espresse sotto pseudonimo “ilNecchi”, il 12 agosto 2006 su un forum di politica savonese www.uominiliberi.eu: “l’on. Nan ha perso più battaglie lui che l’Italia a Caporetto! Però è sempre lì, non per capacità ma per… penso che il termine giusto sia leccaculismo, o ancor meglio…yesmanismo” (nella foto, una vignetta di Sacco su Nan). Nei confronti, ovviamente, del dominus del centrodestra ligure Claudio Scajola.

Ma non è finita. Come risarcimento per la presunta diffamazione subita, Nan chiedeva centomila euro di risarcimento. Eppure era già finito nel mirino satirico di Sacco, che spiega: “L’avevo già raffigurato nelle vesti di un Napoleone sconfitto e come un capitano che affonda con la nave di Forza Italia, sconfitta alle comunali di Savona con una percentuale bulgara. Eppure ha scelto quelle affermazioni…”. E così, nonostante inizialmente il pm avesse scelto l’archiviazione, Nan ha continuato imperterrito a mandare avanti la sua querela per diffamazione. Fino alla sentenza di primo grado. Nella quale, scrive il giudice D’Arienzo, le affermazioni sul forum “appaiono, comunque, legittimo esercizio del diritto di critica politica” e che quindi “il diritto di critica non si concreta, come quello di cronaca, nella narrazione di fatti, ma si esprime mediante un giudizio od un’opinione che, come tali, non possono essere rigorosamente obiettivi”.

Secondo il magistrato, Nan viene definito “il protagonista non di successi ma di sconfitte politiche (Caporetto) che rimane quindi sull’arena non per l’impegno dimostrato (“capacità”) ma per l’intelligenza, non apprezzata, ma comunque anch’essa certamente politica, con cui si relaziona a chi può deciderne il destino nel settore, approvandone le azioni e le richieste”. Quindi, per il magistrato, Sacco non ha diffamato la persona dell’allora onorevole Nan, ma ne ha riconosciuto l’intelligenza politica. In attesa di sapere se Nan farà ricorso in appello, il vignettista ha continuato la sua attività di “commentatore di notizie”: “La mia non è satira cattiva, feroce. Il mio è più un bonario “menaggio” (in genovese, presa in giro)”. E se Guareschi venne condannato per la diffamazione di Alcide De Gasperi e Forattini per Occhetto e D’Alema, Sacco invece l’ha spuntata. Sorride: “Loro operavano su scala nazionale, io a livello locale. Tutto è proporzionato”. Quindi attenzione, la prossima volta che per definire un politico si userà l’epiteto “leccaculo”, in realtà potreste riconoscerne il fiuto politico. Pur non apprezzandolo.

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