Grillo: “Da media istigazione a delinquere. Come negli anni di piombo”

Il leader del Movimento 5 Stelle scrive sul suo blog e riadatta un passaggio di 1984 di George Orwell. Poi ammonisce e avverte: “Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? … Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere”

“Il rito dell’Odio era cominciato. Come al solito, la faccia di Beppe Grillo, il Nemico del Popolo, era apparsa sullo schermo. S’udì qualche fischio, qua e là, fra i presenti. La donnetta dai capelli color sabbia diede in una sorta di gemito in cui erano mescolati paura e disgusto. Grillo era il rinnegato. Durante il suo secondo minuto, l’Odio arrivò fino al delirio…. “Porco! Porco! Porco! ” “Populista! Populista! Populista!” “Fascista! Fascista! Fascista!” “Assassino! Assassino! Assassino!” “Evasore! Evasore! Evasore!”… La cosa più terribile dei Due Minuti d’Odio non consisteva tanto nel fatto che bisognava prendervi parte, ma, al contrario, proprio nel fatto che non si poteva trovar modo di evitare di unirsi al coro delle esecrazioni”.

Cita lo scrittore George Orwell, autore della “rivoluzionaria” Fattoria degli animali, e dedica nel suo blog un’ampia citazione da ’1984′ il leader del Movimento 5 Stelle, protagonista di scambi feroci negli ultimi giorni con politici e non. Il comico genovese lancia il suo anatema contro i media e contro gli avversari. E lo fa con un richiamo concreto e drammatico agli anni di piombo, per paventare addirittura un attentato ai suoi danni come ipotetico frutto della campagna di aggressione che denuncia. “Il rito quotidiano dell’Odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al Movimento 5 Stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente – argomenta -. Lo scopo è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo”, prosegue accusando i critici perché “non discutono mai nel merito, ad esempio del Programma del M5S, insultano, fomentano con l’obiettivo di isolare, infamare, distruggere”. “E dopo? Cosa verrà dopo?”, si domanda Grillo che passa a fornire anche uno scenario: “Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere, come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere”.

Sostituendo il suo al nome dell’Emmanuel Goldstein creato dalla penna del scrittore britannico, Grillo ripercorre quel “rito dell’Odio” per poi fare la sua chiusa riprendendo il riadattamento della citazione: “E tutto un tratto afferrò un pesante dizionario di Neolingua della Casta e lo scaraventò sullo schermo. Questo andò a colpir diritto il naso di Grillo e poi ricadde a terra: la voce continuava inesorabile. Tutti strillavano e battevano furiosamente i tacchi contro il piolo della sedia. La cosa più terribile dei Due Minuti d’Odio non consisteva tanto nel fatto che bisognava prendervi parte, ma, al contrario, proprio nel fatto che non si poteva trovar modo di evitare di unirsi al coro delle esecrazioni”.

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