Cosa succede se vince Grillo

Cosa succede se vince Grillo


Per i sondaggi il Movimento 5 Stelle è già il secondo partito. Ma il suo attuale programma è ancora provvisorio: quello definitivo dovrebbe essere scritto on line dai suoi iscritti, in modo partecipativo. Con qualche problema

di Fabio Chiusi

E il programma del Movimento 5 Stelle per le prossime elezioni? «Ne abbiamo uno che non è niente male», ha detto recentemente Beppe Grillo. «Poi, ovvio, per le politiche dovremo cambiarlo, rimpolparlo, ampliarlo, dopo averlo discusso in Rete». Il problema, percepito da svariati attivisti, è come.

Così, cadute finora nel vuoto le ripetute sollecitazioni di chiarimento al comico e al braccio destro Gianroberto Casaleggio, hanno iniziato a mettersi al lavoro di propria iniziativa. Disegnando un mosaico di pagine Facebook, MeetUp, forum ed esperimenti più avanzati di democrazia partecipata – su tutti, LiquidFeedback, il software usato dai Pirati tedeschi – ricco di entusiasmi, ma difficile da comporre.

La questione, oltre che di principio – chi decide come si decide? – è tecnica. E riguarda quale strumento informatico adottare per permettere la massima partecipazione alla stesura dei punti che nell’attuale programma del M5S sono vaghi o lacunosi, a partire da economia, lavoro, il rapporto con l’Europa. Cioè i temi oggi decisivi. «C’è già uno strumento on line», spiegano a Casaleggio Associati: «Il sito delle liste civiche dove le varie aree locali si organizzano e condividono informazioni, programmi e quant’altro». Vero. Ma non è bastato a ridurre la confusione su chi debba ricondurre in unità e sintetizzare il mare di proposte pervenute, e secondo quale criterio.

«C’è tanto di scritto, tanti sondaggi di Grillo sul suo blog, ma non so chi e come farà una ‘democratica’ sintesi del tutto. E’ un problema sentito da molti», dice a ‘l’Espresso’ Fabio Alemagna, attivista del MoVimento di Napoli e già candidato alle Comunali 2011. «Il forum di Grillo è lento, macchinoso, e non adatto al momento a creare un ‘programma’ o a integrare l’esistente perché anzitutto manca il criterio per farlo», aggiunge (precisando di parlare a titolo personale, come tutti) Mattia Corsini, collaboratore del gruppo consiliare dei ‘grillini’ in Piemonte. «Se io postassi una proposta e questa ricevesse, che so, 200 voti, entrerebbe in programma? Nessuno ha mai chiarito quale sia il meccanismo. Abbiamo spesso chiesto chiarimenti allo staff, ma su questo Grillo è molto fumoso».

Tempo di un aggiornamento, insomma, se non di una vera e propria rivoluzione. Dagli uffici della Casaleggio Associati, tuttavia, non si vuole far trapelare nulla: «Sono previsti sviluppi, ma sono in fieri e dunque al momento non c’è niente di nuovo da dire». E Vittorio Bertola, il consigliere regionale di Torino che a giugno 2011 era stato incaricato ?€“ tra le polemiche – di sviluppare la nuova piattaforma informatica, precisa: «A livello nazionale non siamo ancora partiti». Eppure le elezioni si avvicinano.

Che fare? Alcuni attivisti hanno creato gruppi ‘ufficiosi’ su Facebook per approfondire e discutere le proposte con cui integrare il programma. Nel suo, ‘Economia 5 Stelle’, Corsini e gli altri circa 180 iscritti si sono avvalsi della collaborazione di economisti come Gustavo Rinaldi, dell’Università di Torino, e Carmen Gallus, del blog ‘Voci dall’Estero’. «Sono le nostre fonti», dice. Fonti che li hanno aiutati a stendere proposte che non costituiscono in alcun modo la posizione del M5S sui temi macroeconomici, ma dei contributi alla discusione interna al MoVimento da parte degli attivisti. E che hanno una connotazione fortemente euroscettica, dalla revisione dei trattati europei alla predisposizione di una exit strategy dall’Unione Monetaria. Ora sono a disposizione di Grillo e degli altri gruppi locali.

Anche Ileana, del gruppo di Trezzano, lavora per integrare il programma, pur se in altri settori. E’ lei a riassumere, in una conversazione via Skype, quale siano le due principali posizioni interne al MoVimento: da una parte ci sono quelli che definisce «portalisti», che vogliono un nuovo portale subito «perché per loro gli strumenti stimolano la coscienza critica»; dall’altra, i «massacriticisti», tra cui si identifica. E per cui ciò che viene prima è «che si abbia, noi attivisti, le idee chiare su cosa è meglio votare». Una volta che questi «temi spinti dal basso» diventino «patrimonio comune» del MoVimento, spiega, vengono acquisiti anche da Grillo, ufficialmente. La tecnologia, in quest’ottica, è importante, ma secondaria. «Entrambi collaboriamo», dice l’attivista, «senza l’uno, l’altro non funzionerebbe».

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