Il leader dell’Italia dei valori si rivolge al fondatore del Movimento 5 Stelle e gli propone un’alleanza
in vista delle prossime elezioni: “Il dissenso comune diventi una politica costruttiva” Se in futuro ci fosse la possibilità di coordinare e coagulare il dissenso intorno a una proposta politica costruttiva, noi non solo parteciperemmo, ma ne saremmo promotori”. Sembra un ex Dc qualsiasi, invece è Antonio Di Pietro: non si è trasformato in Enrico Letta, sta solo parlando a Beppe Grillo, uno che in genere morde. Meglio dunque essere prudenti di Stefano Caselli
Se in futuro ci fosse la possibilità di coordinare e coagulare il dissenso intorno a una proposta politica costruttiva, noi non solo parteciperemmo, ma ne saremmo promotori”. Sembra un ex Dc qualsiasi, invece è Antonio Di Pietro: non si è trasformato in Enrico Letta, sta solo parlando a Beppe Grillo, uno che in genere morde. Meglio dunque essere prudenti.
Onorevole Di Pietro, i sondaggi danno M5S e Idv insieme al 25 per cento. Potreste essere il primo partito.
È un dato di fatto che la maggioranza non solo relativa, ma anche qualificata degli italiani non crede più alla classe politica tradizionale, a quelli che in un modo o nell’altro si mettono sempre d’accordo, com’è stato per il governo Monti. Doveva essere una situazione transitoria per rispondere alle sollecitazioni dell’Europa e si è trasformato in un governo di lungo corso sostenuto da una coalizione di partiti che si erano presentai su fronti opposti. E adesso si parla pure di Monti bis.
Quindi che fa, si allea con Grillo?
Se ci fosse la possibilità di coagulare il dissenso l’Idv se ne farebbe carico, ma è evidente che in queste ore è la priorità della politica è individuare una legge elettorale che permetta l’ennesima truffa: un voto ognuno per sé e poi un bell’inciucio post elezioni tra partiti che si presentano in alternativa di giorno e si accoppiano di notte.
Non si voterà con il Porcellum?
La legge elettorale ci sarà. Questa attuale non risponde più agli interessi dei partiti tradizionali. Oggi c’è la necessità è fermare la disperazione e il dissenso non dal punto di vista delle risposte, perché non sanno come darle, ma isolando la contestazione anche se rappresenta la maggioranza relativa dei cittadini.
Cioè voi, i non allineati. Però Il M5S non vuole allinearsi proprio con nessuno.
Non intendo tirare in alcun modo la giacchetta al Movimento 5 Stelle, perché ha fatto la scelta di esprimere e raccogliere la protesta contro la vecchia politica. Noi dell’Idv, che la protesta l’abbiamo fatta prima di loro, diciamo solo: attenzione, di sola protesta si muore, bisogna costruire un’alternativa e aver il senso di responsabilità per mettere insieme tutte le forze che possono trovarsi intorno a un programma. Se stai da solo questi ti fregano, paradossalmente il voto di mera protesta toglie la possibilità alternativa.
Consigli a Grillo? Non è uno che li accetta in genere…
L’errore è che personalizzare: Grillo oggi, come Di Pietro ieri. Chi vota l’uno o l’altro sta votando non la persona ma un’idea di politica diversa, personalizzare e ghettizzare il voto su Grillo o Di Pietro serve solo all’informazione malata .
E il dibattito sulla democrazia interna al Movimento?
Anch’io quando ho fondato l’Idv ero da solo. Prova a seminare un campo di grano, all’inizio è un chicco di grano, poi da chicco nasce chicco. Ora anche il M5S si sta strutturando e radicando sul territorio. Un processo del genere va aiutato, non criminalizzato una cosa del genere. Se tanta gente vota Movimento 5 Stelle, bisogna chiedersi il perché. Al di là della stima personale che ho per Beppe e Casaleggio, sto cercando di trovare una via per costruire un’alternativa, una massa critica alternativa. E non parlo solo di Grillo, anche la raccolta di firme per il referendum contro la riforma Fornero del lavoro va nella stessa direzione, una proposta di programma politico ma anche un messaggio ai partiti che a parole dicono sempre di voler stare dalla parte dei più deboli. Con chi vuoi stare, con D’Alema che vuole Casini al governo e dunque rafforzerà la riforma Fornero o con noi?
Matteo Renzi, a proposito della foto che la ritrae insieme a Vendola dopo il deposito delle firme, dice che è “brutta”, il simbolo “di una sinistra che non governerà mai”.
L’Italia dei Valori non intende parlare solo al popolo di sinistra, questa schematizzazione è l’ennesima furbata per sfuggire al merito. Renzi, piuttosto, ci dica se un lavoratore che viene illegittimamente licenziato debba essere o no reintegrato sul posto di lavoro se una sentenza riconosce che è stato leso un suo diritto. Questo è il punto. Bisogna dire da che parte si sta.
Enrico Letta invece si è arrabbiato con Vendola: “Niente scherzi”, dice.
Una cosa è la dirigenza del Pd, una cosa sono gli elettori del Pd. Preferisco parlare con loro. In questo momento sto per partecipare alla festa della Fiom di Torino. Fuori mi stanno aspettando i lavoratori della De Tomaso, uno dei 150 tavoli di crisi aperti al ministero. Sono quasi mille persone, prese in giro da un imprenditore malfattore [Gian Mario Rossignolo, agli arresti domiciliari perché accusato di truffa ai danni dello Stato, ndr] che aveva promesso mari e monti e poi li ha lasciati in mezzo a una strada. Su questi temi è inutile cercare di non disturbate il manovratore. Bisogna intervenire in modo concreto.
da Il Fatto Quotidiano del 14 settembre 2012
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