Il vice presidente del Consiglio regionale, ex Pdl e ora nel gruppo Progett’Azione, è primo nel 2011 come indennità di missione e degli indennizzi ricevuti con i suoi 37mila euro. I consiglieri regionali piemontesi hanno fatto lo scorso anno 256 mila e 984 chilometri: più o meno sette volte la circonferenza della terra. Ma c’è anche chi dice no ai soldi
di Stefano Caselli | 1 ottobre 2012
Se non ci fossero i gettoni di presenza prenderei uno stipendio assolutamente non rapportato al culo che mi faccio”. Roberto Boniperti, novarese, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte (ex Pdl, ora Progett’Azione, costola locale del Centrodestra), non è mai stato così famoso come in questi giorni. Con 37 mila euro soltanto nel 2011 è il recordman delle indennità di missione e dei rimborsi chilometrici tra i membri del Consiglio regionale del Piemonte. Ma è in buona compagnia: c’è chi è andato alla sagra della rana di Vercelli, chi, come Maurizio Lupi, ha partecipato ad un evento culturale a Borgonato Alessandrino e chi, in un sussulto di antifascismo, si è gustato quattro o cinque spettacoli di “Voci dei Luoghi”, rassegna itinerante organizzata per celebrare la Resistenza. Poi si è fatto rimborsare il viaggio, più il gettone di presenza di 122 euro.
I primi dettagli emergono all’indomani della mossa della Guardia di finanza che, su mandato della Procura di Torino, si è fatta consegnare le carte relative ai conti dei partiti rappresentati a Palazzo Lascaris dal 2008 al 2011. L’obiettivo delle Fiamme Gialle è verificare come è stata utilizzata la massa di denaro che dal Consiglio fluisce ai gruppi consiliari in base alla loro consistenza numerica: si va dal milione e 200 mila euro destinati al Pdl ai 260 mila dei cosiddetti “monogruppi”, formati da un consigliere che è anche capo di se stesso. Ma nonostante tutto questo per Boniperti i rimborsi non sono affatto un privilegio: “È vero, il nostro stipendio è di 8.600 euro lordi al mese, ma con tutte le detrazioni alla fine te ne rimangono in tasca poco più di tremila”. Ma lei quanto guadagna? “Nel 2011, compresi i famosi 37 mila, ero intorno agli otto-nove mila netti al mese. Oggi, con l’indennità da vicepresidente arrivo a diecimila”.
Una bella cifra: “Certo, ma sta parlando con il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, non con il vicepresidente di una bocciofila. Io ad agosto sono andato quasi ogni giorno a Torino a firmare documentazione” . Agosto, appunto. Ha fatto scalpore la gran quantità di missioni nel mese di chiusura dei lavori del Consiglio Regionale: “Le missioni – risponde Boniperti – sono l’unico modo per fare realmente politica sul territorio”. Ma perché così tante ad agosto? Non sarà che qualcuno si fa pagare le ferie? “Io no di certo – risponde – agosto è un mese pieno di feste patronali, quale occasione migliore per invitare il consigliere regionale di zona?”. Riproviamo a chiedere se i rimborsi siano davvero così necessari, la risposta è laconica: “Già sono pochi quelli che si muovono, figuriamoci senza i gettoni e i rimborsi”. Se la politica si fa sul territorio, i consiglieri regionali piemontesi non si sono risparmiati: hanno fatto 256.984 chilometri (rimborsati) soltanto nel 2011. Che più o meno fanno sette volte la circonferenza del pianeta terra.
Ma invece che intorno al mondo, i politici piemontesi hanno attraversato in lungo e in largo la loro regione. Nel 2011 hanno fatto sette volte il giro del mondo rimbalzando tra le Alpi Marittime e il Gran Paradiso, tra la Valle del Po, le Langhe, le risaie del Vercellese e i laghi del Verbano. Sempre in missione per conto della Regione, con in tasca un bel gettone e il rimborso chilometrico. Il conto lo conosciamo già, quasi 600 mila euro per 12 mesi. Una pratica discutibile ma, fino a prova contraria, non illegale, trasversale tra le forze politiche ma non unanime. C’è infatti chi si è accontentato del suo già alto stipendio senza mai chiedere un euro in più: Davide Bono e Fabrizio Biolè del Movimento 5 Stelle, Artesio (Fds), l’ex presidente della regione Mercedes Bresso, Angelo Burzi del Pdl, il capogruppo di Sel Monica Cerutti, il moderato Michele Dell’Utri (soltanto omonimo), Michele Giovine dei Pensionati (condannato per le firme false della lista a favore di Cota), Mauro Laus, Gianna Pentenero, Aldo Reschigna e Wilmer Ronzani, tutti del Pd. Tra i recordmen del rimborso (31 mila euro) c’è anche Maurizio Lupi, che grazie ad alcune foto in compagnia di Lele Mora ha scavalcato in notorietà il secondo classificato (35 mila euro) Claudio Sacchetto, assessore all’Agricoltura.
Lupi è un professionista delle liste civetta. Il suo marchio è quello dei “Verdi Verdi”, ecologisti “di destra”. Una formazione politica che non risulta aver mai varcato i confini regionale ma che a Torino e dintorni è una presenza fissa. Nelle assemblee elettive (nel 2010 Lupi ha raccolto 33.411 voti, più del doppio dei Verdi doc) e nei tribunali. Quello che ha stupito sono le foto di Lupi in compagnia di Lele Mora e di alcune papi-girl, ma l’arcano è presto risolto. Nello staff di Lupi, infatti, prestò la sua opera di comunicatore tal Daniele Salemi, noto alle cronache dell’era del bunga-bunga come il “factotum torinese” di Mora. Salemi (più volte intercettato al telefono con Emilio Fede) portò ad Arcore Ambra Battilana e Chiara Danese, le due “pentite” delle festicciole eleganti chez B. Lui ieri prova a difendersi: “Serata estemporanea”. Poi, bontà sua: “Non sono stati usati i fondi consiliari”. E fa il pentito: “Basta con le autocertificazioni”.
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