FEROCIA FASCISTA

Intervista Leopoldo Di Girolamo: “Reazione spropositata, la polizia non ha saputo gestire l’ordine pubblico”

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banner_huffingtonUno sconcerto che non riesce nemmeno a essere rabbioso. Il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo stamattina s’è preso una manganellata in testa che gli è costata due punti di sutura per difendere, una volta di più, i lavoratori e la stessa sopravvivenza dell’Ast, le acciaierie intorno a cui da quasi un secolo e mezzo ruotano le sorti, non solo economiche, della città. A distanza di pochi minuti ancora non si capacita.

“È stata una reazione del tutto spropositata da parte della polizia”, dice. “Non hanno saputo gestire minimamente una situazione che non dava nessun segno di poter degenerare”.

Com’è andata, di preciso?
“Ero alla testa del corteo dei lavoratori della Ast, insieme al deputato Gianluca Rossi, all’assessore regionale Vincenzo Riommi e ad altri rappresentanti delle istituzioni locali, assessori e consiglieri di ogni parte politica. Eravamo all’ingresso della stazione ferroviaria: i lavoratori, circa quattrocento, volevano occupare alcuni binari, un gesto dimostrativo, del tutto pacifico. Molti loro colleghi erano rimasti in fabbrica, perché non si voleva compromettere ulteriormente la produzione. Da dietro spingevano un po’ contro il cordone della polizia, ma non c’era davvero alcuna tensione. All’improvviso, tuttavia, i poliziotti hanno cominciato a manganellare. E questo è il risultato”.

Che intenzioni avevate?
“Era un gesto dimostrativo, ripeto. Volevamo richiamare l’attenzione della città e dell’opinione pubblica nazionale sulla vicenda della vendita dell’Ast. A fronte di un interesse reale da parte del governo c’è un immobilismo totale della proprietà finlandese e dell’Unione europea. Questo stallo sta facendo perdere competitività alle acciaierie”.

Ha avuto modo di parlare con prefetto o questore?
“Con entrambi, mentre l’ambulanza mi portava in ospedale. E a entrambi ho espresso le mie più profonde rimostranze. L’ordine pubblico non si può gestire così. È inaudito. Terni è abituata alle lotte operaie, che però sono sempre state pacifiche. Terni è una città democratica, e le acciaierie sono parte fondante della sua identità. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi in ritirata volevano minare la fabbrica e farla saltare in aria prima dell’arrivo degli alleati. In poche ore si sparse la voce in tutta la città, e durante la notte trecento lavoratori la occuparono e si misero di traverso. Riuscirono a impedirglielo. Tanto è forte il legame tra Terni e acciaierie”.

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