Buenos Aires, rimossa la statua di Colombo «Va restaurata». Ma gli italiani insorgono

Buenos Aires, rimossa la statua di Colombo «Va restaurata». Ma gli italiani insorgono

La presidente Kirchner vuole sostituire il monumento con quello di una leader della rivolta anti spagnola

banner_corseraBUENOS AIRES – È stata rimossa la gigantesca statua di Cristoforo Colombo che da decenni si trova alle spalle della Casa Rosada, sede della presidenza argentina, a Buenos Aires. Le autorità precisano che la decisione è stata presa per permettere il restauro del monumento. Ma la comunità italiana insorge: la disputa con il governo della presidente Cristina Fernandez de Kirchner, che vuole sostituire Colombo con una statua della leader della guerrilla anti spagnola Juana Azurduy, va avanti infatti da mesi, in attesa di una decisione definitiva della magistratura.

«POSSIBILITA’ DI CROLLI» – I lavori erano iniziati sabato mattina. La preparazione è durata qualche ora ma poi la statua è stata spostata in pochi minuti da una quindicina di operai e due gru gialle. Il gigantesco monumento è stato appoggiato su una piattaforma di legno davanti al piedistallo, nella Plaza Colon alle spalle della Casa Rosada. Uno degli ingegneri responsabili dell’operazione aveva precisato ai media locali che l’obiettivo della rimozione è sottoporre la statua a un restauro. «Non vogliamo trasferirla in un altro posto ma restaurarla, visto che diversi rapporti hanno confermato la possibilità di crolli», ha precisato l’ingegnere Juan Arriegue. Ma a Buenos Aires l’operazione ha colto un po’ tutti – sia i cittadini sia i media – di sorpresa, visto che qualche giorno fa la magistratura aveva ordinato che per tre mesi la statua rimanesse al suo posto, in attesa di una decisione definitiva. «Il restauro rientra nelle attività autorizzate» dalla magistratura, ha precisato però Arriegue.

SIMBOLI OPPOSTI – La comunità italiana in Argentina si batte ormai da tempo con determinazione contro lo spostamento della statua, chiedendo che resti dove si trovava ormai da molti decenni. La vicenda dello spostamento – donata nel 1910 dalla comunità italiana in Argentina – era ormai da tempo al centro delle polemiche a Buenos Aires. Il progetto di portare il monumento nella città di Mar del Plata – confermato da più parti – era stato promosso dal governo della presidente Cristina Fernandez de Kirchner, che vuole sostituirla con una statua della leader della guerrilla anti spagnola Juana Azurduy, donata dalla Bolivia. Due simboli opposti dunque: da un parte l’artefice della scoperta del nuovo continente, e dunque della colonizzazione europea, dall’altra la combattente meticcia che aveva a cuore le comunità indigene. Ma le autorità cittadine e la comunità italiana, guidate dal sindaco Mauricio Macri, si oppongono alla sostituzione: la statua deve restare nella capitale perché appartiene alla città di cui è un simbolo, dicono, e non al governo federale.

 

 

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