“Il Parlamento non può avere diritto di veto sulle scelte relative all’ammodernamento delle forze armate, che spettano invece all’esecutivo”. È tutta in questa frase del Consiglio Supremo di Difesa la “bocciatura” da parte del Quirinale dello stop temporaneo deciso dal Parlamento in merito all’acquisto di nuovi F35, in attesa dei risultati di un’indagine conoscitiva. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha presieduto oggi, al palazzo del Quirinale, una riunione del Consiglio Supremo di Difesa, organo di rilievo costituzionale presieduto da lui stesso (come stabilito dall’articolo 87 della Costituzione).
Il Consiglio, “nel riaffermare il ruolo insostituibile delle forze armate, ha esaminato i principali scenari di crisi e l’andamento delle missioni internazionali, anche in vista del decreto autorizzativo per il quarto trimestre, che sarà in linea con gli impegni assunti nella prima parte dell’anno, confermando una sensibile riduzione di presenze e di oneri rispetto al passato”, si legge nel comunicato diffuso dal Quirinale.
Poi il passaggio più rilevante per quanto riguarda gli F35 e la recente mozionevotata, dopo una lunga trattativa, da Pd, Pdl e Scelta Civica. A parere del Consiglio Supremo, la facoltà del Parlamento di condurre indagini conoscitive (ed eventualmente sindacare sui programmi di ammodernamento delle forze armate) “non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo”.
Tradotto in parole semplici: sui programmi di ammodernamento delle forze armate, e quindi anche sull’acquisto dei cacciabombardieri f35, decide il governo. Nella nota del Consiglio Supremo di Difesa non si fa esplicito riferimento ai caccia F35, né al recente dibattito parlamentare. Tuttavia, il Consiglio spiega che “la progressiva integrazione europea, in coordinamento con l’evoluzione della Nato, e la realizzazione di capacità congiunte costituiscono presupposti fondamentali per l’approntamento di forze in grado di far fronte efficacemente alle esigenze di sicurezza e di salvaguardia della pace”.
Ecco un’altra parte centrale:
Questa è la prospettiva da perseguire, anche in considerazione della limitatezza delle risorse disponibili e dell’entità, da un lato, degli investimenti da effettuare per la sicurezza e la difesa e della gravità, dall’altro, delle esigenze di rilancio della crescita e dell’occupazione. A parere del Consiglio Supremo, tale visione è conforme allo spirito ed al disposto della legge 244, anche per quanto attiene alle necessità conoscitive e di eventuale sindacato delle commissioni difesa sui programmi di ammodernamento delle forze armate, fermo restando che, nel quadro di un rapporto fiduciario che non può che essere fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli, tale facoltà del parlamento non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo.
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