Uccidersi per la disperazione di non trovare un lavoro, di non essere più indipendenti economicamente. È sotto l’inquietante ombra della disperazione per la disoccupazione che stamani, in Brianza, si è tolto la vita un giovane di 26 anni.
Il giovane si è sparato in casa dei genitori, con cui viveva, a Meda (Monza e Brianza). Secondo quanto riferito da alcuni parenti (che al momento del suicidio non erano nell’appartamento) alla base del terribile gesto ci sarebbe, ancora una volta, la crisi economica e quella personale di un giovane che non sopportava più di sentirsi un fallito, di non riuscire a trovare un lavoro, di mantenersi.
Il particolare è emerso dai famigliari, che lo vedevano da tempo molto preoccupato e depresso, cioè da quando aveva smesso di lavorare come muratore senza più riuscire a trovare una nuova occupazione.
I carabinieri, giunti sul posto, in via Milano, avvisati dai genitori, intorno alle 12, stanno vagliando alcuni suoi scritti, in particolare due lettere, ma non hanno ancora certezze su cosa lo abbia spinto al gesto.
Di certo, verso le 11, c’è che i genitori, rientrando a casa e non vedendolo alzato, hanno sfondato la porta della sua camera trovandolo privo di vita con una pistola a fianco. Al momento non è chiaro come se la sia procurata, ma è probabile che pensasse al suicidio da qualche tempo.
Da molto infatti continuava a ripetere di “non riuscire a trovare niente” e di “non avere nemmeno i soldi per le sigarette”.
Il settore dell’edilizia è uno di quelli che sono stati più penalizzati dalla crisi a livello occupazionale, con moltissime aziende chiuse. “È una vergogna, questo ragazzo aveva sempre lavorato, era abituato ad avere responsabilità e a mantenersi – dice con rabbia Giuseppe Neletti, lo zio, a sua volta imprenditore edile salito tempo fa agli onori delle cronache per aver malmenato due emissari di Equitalia nel Lodigiano – adesso si lamentava con la sorella che non aveva più nemmeno i soldi per comparsi le sigarette. Questo Stato è incapace”.
“Ma quale Expo – gli fa eco un altro parente – tanti milioni di euro spesi e qui non si lavora, le aziende che prendono i subappalti sono tutte dello stesso giro e gli operai vengono dal sud o da fuori, pagati in nero. Quali controlli? E cosa deve fare un ragazzo che cerca un lavoro onesto?”.
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