Droga, gruppi in affari con camorra  e ‘ndrangheta: 50 arresti a Roma

Droga, gruppi in affari con camorra e ‘ndrangheta: 50 arresti a Roma

Coca, hashish e marijuana importate dal Sudamerica. In affari con le cosche criminali colombiani, boliviani e albanesi

banner_corseraROMA – Rapimenti e torture ai rivali o a chi non pagava le partite di droga. Omicidi su commissione in Sudamerica, minacce di morte ai parenti dei debitori. Una lunga scia di sangue e terrore dietro l’attività di quattro gruppi di narcotrafficanti scoperti dai carabinieri che, all’alba di martedì, hanno arrestato 50 persone in una maxi operazione non solo a Roma ma anche in altre regioni.

I PACCHI – L’operazione, chiamata Paquetes (pacchi in spagnolo) ha portato i carabinieri del Nucleo investigativo sulle tracce di una rotta, quella fra Paraguay e Italia, dove sono stati sequestrati 3 chili e mezzo di cocaina nascosti nei pacchi di un vettore Dhl con la copertura di attrezzature sportive da boxe. La droga era destinata a Roma, come tutte le altre partite: all’Ostiense, Testaccio, ma anche a Cinecittà e sul litorale (Anzio, Nettuno) e Guidonia-Tivoli. I carabinieri hanno individuato il primo gruppo a Cinecittà, dove nel marzo 2011 due trafficanti debitori per 150 mila euro verso l’organizzazione furono rapiti e segregati in un appartamento dove furono picchiati per due giorni. Alla fine vennero liberati da carabinieri che arrestarono 4 persone.

LE TELEFONATE – Le stesse che minacciarono la madre di un altro debitore puntandole la pistola in faccia. «Gli volevo sparare in bocca…ma si sono uscito ieri per aspettarlo a casa è uscita la madre “Chiamo i Carabinieri!”… ancora mi deve dare i soldi! Me chiami i Carabinieri?! Gli ho messo la pistola in bocca alla madre… (…) alla madre gli ho messo il ferro in bocca gli ho detto “Puttana che fai tu? (…) “che fai mi chiami le guardie, a te ti sparo in bocca a te e quell’infame di tuo figlio, e digli che se sabato non viene e mi porta i soldi, tuo figlio te lo mando con la sedia a rotelle te lo mando!”»: questa e’ una delle intercettazioni effettuate dall’Arma che fanno capire il clima creato dai trafficanti.

IL BOSS PANNUNZI – Un altro gruppo criminale operava a Tivoli e la droga arrivava dalla Spagna via Milano, mentre il terzo si trovava a Nettuno e collaborava sia con clan calabresi e napoletani, sia con bande di albanesi e sudamericani. In questo contesto si inseriscono l’omicidio di Mikel Blushaj, vittima di un agguato a Cave nel febbraio 2012, sia quello di una trafficante argentina, Claudia Viviana Manattini, freddata da due killer a Santa Cruz (Bolivia). La banda era stata anche in rapporti conRoberto Pannunzi, arrestato pochi giorni fa in Colombia. L’ultimo gruppo agiva ad Anzio e trasferiva droga da Tenerife dove lo stupefacente colombiano veniva scaricato da barche a vela e imbarcato su cargo nascosta nelle auto.

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