Regione, c’è il rischio di voto anticipato

Regione, c’è il rischio di voto anticipato

Oppi, leader dell’Udc sarda, conferma la “tentazione” di Cappellacci: alle elezioni con la vecchia legge. Centrosinistra diviso sul codice etico: una bozza mette a rischio la candidatura di Soru

banner_nuova_sardCAGLIARI. Se lo dicono altri sembra una minaccia, ma se a dirlo lui, Giorgio Oppi del’Udc, vuol dire che qualcosa di vero c’è. «Lo confermo, c’è il rischio che si vada a elezioni anticipate», è stata la sentenza del leader maximo all’assemblea di un partito che vuole sempre più essere libero dai vincoli romani e avere mani libere, come del resto ha avuto finora, nelle alleanze.

Quello di Oppi non è sembrata dunque il solito avvertimento ma una quasi certezza. Di cui si parla da tempo e che continua girare anche nella testa del presidente Ugo Cappellacci, tentato dalla possibilità di andare a votare prima di febbraio (tra l’altro scompaginerebbe i programmi degli avversari) e anche con la vecchia legge elettorale visto che quella approvata di recente dal Consiglio è ancora in quarantena. Se Cappellacci sfoglia la margherita, Oppi, con a fianco i vertici nazionali Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione, ha fatto capire che se ci fosse l’eventualità, lui non si farà trovare impreparato e non sarà neanche travolto dall’attuale «quadro politico – le sue parole – che si è trasformato in caos generalizzato». Così ha chiesto agli altri alleati del centrodestra di non aspettare le mosse del Pdl, bensì costituire subito un nuovo Grande Centro. In cui ha chiamato a raccolta sardisti, Mpa, Uds e anche i mai amati Riformatori, che però «devono dirci se stanno ancora con Monti oppure no». Perché lui con Monti non ci voleva già stare ai tempi delle ultime disastrose Politiche per Casini e più, e di certo non lo vuole fra i passeggeri della carovana che ha in mente. A parte l’ex premier, Oppi ha detto di non aver altri pregiudizi ma «occorre sedersi immediatamente tutti attorno a un tavolo perché i tempi tecnici si fanno più stretti di giorno in giorno». Da stratega qual è, il segretario dell’Udc sardo (si chiamerà ancora Udc?) ha capito che il nascituro Grande Centro non ha i numeri per vincere da solo, ma quelli di far perdere qualcuno sì. In altre parole, ha riconfermato il suo credo: con i centristi bisogna fare sempre i conti, perché – secondo lui – sono stati e saranno determinanti. E cioè: chi si allea con il Centro, vecchio o nuovo, vincerà, gli altri perderanno. Ma allora è arrivato il momento delle scelte: ancora col centrodestra come nel 2009, oppure dalla parte opposta? Oppi sull’argomento è stato vago, però ha detto che le primarie potrebbero essere utili anche al centrodestra. Se così fosse vuol dire che oggi al Centro non tutti sono convinti della ricandidatura (anzi, auto-ricandidatura) di Cappellacci e al Pdl questa imposizione potrebbe non piacere, col risultato di un Grande centro (destra) che nascerebbe già zoppo o comunque subito in contrapposizione con il partito di maggioranza relativa. Allora i centristi finiranno per allearsi col centrosinistra? «I democratici – sono state le parole di Oppi – mi hanno fatto capire che non vedono bene la nostra partecipazione nella loro coalizione». Ma non si è detto rabbuiato per quanto deciso dal Pd: «Quel partito – ha aggiunto – è ormai una nebulosa impazzita con guerriglieri che si fronteggiano per bande armate». Insomma che farà Giorgio Oppi? «Nelle prossime elezioni a scadenza naturale o se saranno anticipate in campo avremo tre grandi schieramenti e dunque ogni voto sarà decisivo». Ed è ovvio: lui vuole che a essere determinanti siano i voti del suo Grande Centro. (ua)

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