di Paolo De Gregorio, 21 luglio 2013
Quando i radicali non governano le sparano grosse, ci ricattano e ci fanno sentire in colpa con i digiuni, organizzavano gli aborti quando erano illegali, fumavano e distribuivano erba in pubblico, insomma rompevano le palle e gli schemi.
Ma quando si avvicinano al potere accusano repentine mutazioni genetiche che li trasformano nei peggiori esponenti della Casta partitocratica, basta ricordare Rutelli, Capezzone, Teodori, ecc,, e ora la Bonino che si allinea come un soldatino obbediente agli omertosi diktat di Napolitano e Letta.
Consigliamo alla Bonino, se non vuole finire nella spazzatura della storia, prima che questo governicchio delle “larghe attese” imploda nelle sue contraddizioni, di fare una cosa semplice, da militante radicale, irrituale, senza chiedere il permesso a nessuno: partire per la capitale del Kazakistan e chiedere al locale dittatore di lasciarla ripartire insieme alla moglie e alla figlia del dissidente Ablyazov, altrimenti lei si accampa davanti al Palazzo del Governo e digiuna,
La cosa, fatta dal ministro degli Esteri in carica della repubblica Italia sarebbe insostenibile anche per un dittatore e avrebbe molta possibilità di successo.
Se non lo fa, la Bonino sarà ricordata come complice di una operazione simile a quella di Abu Omar (un rapimento di Stato per consegnare ai torturatori un oppositore politico), senza attenuanti possibili, alla faccia dei diritti umani sempre sbandierati e, alla prima occasione di rischiare di perdere la poltrona, rapidamente accantonati.
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