Di solito, quando si pensa agli autostoppisti, si immagina che siano gli automobilisti che li fanno salire che fanno loro un favore. In Indonesia però è il contrario: sono spesso gli automobilisti che arrivano a pagare gli autostoppisti per caricarli.
Giakarta, la capitale dell’Indonesia, è una città di dieci milioni di abitanti, e quasi altrettante auto. Un problema comune a molte metropoli, ma a Giakarta c’è il problema aggiuntivo che le infrastrutture sono nettamente inferiori a città come New York o Tokyo.
Per ridurre i problemi di traffico, le autorità cittadine hanno creato zone a traffico limitato, accessibili esclusivamente a veicoli che trasportino tre o più persone. Come è successo (in misura molto minore) anche in alcune città Italia, questa decisione ha creato un nuovo lavoro, quello dell’autostoppista professionista, che sale sulle auto di chi è da solo ma vuole comunque entrare nelle aree a traffico limitato del centro.
Spesso gli autostoppisti sono donne con figli piccoli, così da essere due passeggeri “già pronti” e il compenso è di uno o due dollari: non molti, ma la domanda è elevata perché nelle giornate piovose, in cui il traffico è più congestionato, passare dalle aree riservate permette di risparmiare anche tre ore di code.
Il lavoro degli autostoppisti però non è senza rischi: oltre ad alcuni casi di aggressioni verso le donne, c’è il fatto che si tratta di un’attività che la polizia considera illegale e un autostoppista può rischiare anche un anno di prigione.
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