Livorno non è solo Livorno la rossa. E’ anche una città che vanta una delle scene più interessanti del Paese nell’ambito musicale (Bobo Rondelli, Virginiana Miller, Appaloosa o il livornese d’adozione Andrea Appino degli Zen Circus solo per citare alcuni nomi). Quindi in molti hanno storto il naso vedendo assegnato uno dei palchi di “Effetto Venezia” agli idoli di “Amici”. Il dibattito in città è diventato quasi sociopolitico. Il direttore artistico della manifestazione, Mario Menicagli, ha spiegato al Tirreno che i ragazzi di Amici rappresentano “una realtà concreta” e “una fetta di mercato discografico importante, con un pubblico da rispettare” e che non è stato possibile dare uno spazio alle band cittadine – a differenza dello scorso anno – per l’incertezza dei finanziamenti (ogni anno la quasi trentennale “Effetto Venezia”, che è riuscita a richiamare anche 200mila persone in una settimana, pare a rischio chiusura).
La scelta della direzione artistica del festival tuttavia non è piaciuta perché, come si legge dalla pagina Facebook della jam di protesta, “dopo mesi di tira e molla, ‘non ci sono soldi’, ‘quest’anno concentreremo il programma in meno giorni’, l’evento più ‘propagandato’ è l’ennesimo prodotto dei talent show”. Ecco perché Massimiliano Morandi (cantante della band labronica Chromosomes) e i fratelli Matteo e Diego Caldari (musicisti e fondatori dell’etichetta indipendente Inconsapevole Records) hanno avuto l’idea di creare una jam session aperta a tutti sul lungomare di Livorno. Come si legge da un comunicato dei tre organizzatori: “Nemici di Maria nasce semplicemente per far sentire la voce di quella parte della città che non condivide questa direzione artistica dell’evento principe dell’estate livornese. Il tutto nasce molto spontaneamente, non c’è ‘direzione’ dell’evento, non ci sarà un palco, non ci sarà corrente, non ci sarà un bar, semplicemente ci troveremo tutti lì per stare insieme”. “E’ nata come una goliardata, personalmente non ho nulla contro quei ragazzi (Moreno, Greta, Nicolò e Verdiana di “Amici”) – spiega Matteo Caldari – ma Livorno come città dovrebbe differenziarsi e l’importante è creare un’alternativa valida. Domenica ci sarà uno spirito di festa ma allo stesso tempo sarà una bella occasione per confrontarsi sul panorama culturale livornese. Siamo rispettosi nei confronti di chi andrà a vedere lo spettacolo dei finalisti di “Amici”, anzi, posso dire che quel concerto ci ha dato l’opportunità di fare qualcosa di diverso. Speriamo che sia l’inizio di un progetto culturale più ampio”.
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