Maurizio Molinari per “la Stampa”
Jackie conosceva ed accettava i tradimenti di John F. Kennedy ma con un’unica eccezione: Marilyn Monroe. La rivelazione arriva dal nuovo libro di Christopher Andersen su Camelot – These Few Precious Days: The Final Year of Jack with Jackie – incentrato sull’ultimo anno dei Kennedy, incluse inedite testimonianze sul frequente consumo di anfetamine da parte del presidente.
Jfk e la First Lady erano molto freddi in pubblico l’uno con l’altra e Jackie ammise che «non mi avrebbe mai preso la mano in pubblico o messo un braccio attorno alle spalle». Questo confermava, per il loro comune amico Chuck Spalding «che erano persone sole, fra le più sole che io abbia mai incontrato».
Andersen pubblica in proposito la testimonianza della fedele segretaria del presidente, Evelyn Lincoln: «John era un politico che voleva diventare presidente, per questo gli serviva una moglie, sono sicura che quando le chiese di sposarlo non fosse innamorato di lei». Jackie d’altra parte voleva coronare il sogno di «essere parte della vita di un grande uomo» ed aveva così accettato, scrive Andersen, l’infedeltà del marito «a patto che non diventasse una pubblica umiliazione e che lei rimanesse l’unica donna che lui amava».
E’ il generale Godfrey McHugh, aiutante dell’Air Force del presidente, ad assicurare che «Jackie sapeva delle donne di John». Ralph Martin, amico della First Lady, conferma: «Jackie sapeva tutto, di ogni ragazza. Sapeva quanto veniva considerata e cosa faceva…».
Ciò non significa che la First Lady accettasse i tradimenti a cuor leggero: «A Jackie non piaceva che Jfk facesse la corte alle donne, la faceva imbestialire» racconta George Smathers, amico della First Lady, precisando però che «lei era disposta a girare lo sguardo dall’altra parte fino a quando lui fosse stato attento a ciò che faceva». Andersen riporta una conversazione fra Jackie e il dottor Frank Finnerty, a cui confidò alcuni dei più intimi dettagli del matrimonio.
«Fra tutte le amanti di JFK era Marylin Monroe quella che la infastidiva di più» ricorda Finnerty, spiegandone il perché con il fatto che l’attrice era una «mina vagante» che «poteva rivelare tutto in qualsiasi momento e causare uno scandalo che avrebbe azzerato la reputazione del marito, distrutto il loro matrimonio e esposto lei al ridicolo».
Ci fu un momento nel quale Jackie pensò che i tradimenti del marito dipendessero dalle sue scarse prestazioni sessuali e ad un sorpreso Finnerty descrisse il problema che avevano a letto: «Jack va troppo veloce e poi si addormenta, cosa posso fare per cambiare questa situazione?».
Finnerty le diede, in termini medici, i consigli per migliorare i rapporti sessuali con Jfk e, secondo Andersen, ciò avvenne pur non portando però il presidente ad una maggiore fedeltà. «Jackie aveva ragione a temere Marilyn» scrive il biografo – già autore di Jackie After Jack eThe Day John Died – e per provarlo porta la testimonianza di Jeanne Carmen, amica dell’attrice: «Marilyn era convinta che Jfk stesse per lasciare la moglie e che lei sarebbe diventata la First Lady».
«Mi vedi come First Lady?» chiese Marilyn a Carmen in un’occasione. Peter Lawford, cognato di Jfk, afferma che Marilyn «telefonò alla Casa Bianca e disse a Jackie della relazione e della promessa ricevuta di diventare First Lady» e Jackie le rispose acidamente: «Marilyn, tu sposerai Jack? Benissimo. Dunque, ti trasferirai alla Casa Bianca, sarai la First Lady, io me ne andrò e tutti i problemi passeranno a te».
Nel libro si parla anche della figura di Max Jacobson, soprannominato alla Casa Bianca «Dr Feelgood» – Dr Sentirsibene che iniettava anfetamine mischiate a steroidi a Jfk «in maniera regolare». Durante la crisi dei missili cubani tali iniezioni vennero fatte anche a Jackie ed altri membri del team di Kennedy. Jfk arrivò a farne quattro alla settimana quando altri dottori della Casa Bianca chiesero a Jacobson di fermarsi. Il «Dr Feelgood» andò così da Kennedy rassegnando le dimissioni ma il Presidente le stracciò.
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