L’Isola in ginocchio piange lacrime di cenere I ritardi dei Canadair. E’ caccia agli incendiari

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Due giornate infernali con settemila ettari di macchia mediterranea, boschi epascoli andati in fumo, spazzati via dalla furia delle fiamme, quattro persone ferite di cui una molto grave (l’allevatore ustionato a Ghilarza è in coma farmacologico), quasi mille persone costrette a lasciare le case, alcune in piena notte, altre, molte delle quali anziane, con l’aiuto dei volontari. Ora è caccia ai piromani.

banner-unioneE’ solo parziale il bilancio degli incendi che da mercoledì sta tenendo sotto assedio la Sardegna e in particolare la parte centro sud dell’Isola da Oristano a Cagliari, ma focolai si sono accesi ieri pomeriggio anche in Ogliastra.

Un copione che si ripete quasi ogni anno, un “disastro ambientale” come lo hanno definito i parlamentari sardi lanciando un appello affinché l’Isola non venga lasciata sola a combattere il fuoco ed evidenziando come i mezzi e gli uomini non siano sufficienti. Appello condiviso dal governatore Ugo Cappellacci che ieri pomeriggio ha effettuato un sopralluogo nelle zone più colpite. Ma le prese di posizione sono bipartisan. “C’è il rischio di un vero e proprio disastro ecologico, sociale ed economico”, attacca il senatore di Sel, Luciano Uras. “Mentre la Sardegna e l’Italia bruciano – denunciano i ‘grillini’ – si continuano a finanziare inutili progetti come gli aerei F35”. Il segretario dell’Unione Popolare Cristiana, Antonio Satta, chiede un tavolo nazionale; la deputata del Pd, Caterina Pes, sollecita “un’indagine conoscitiva seria” e il deputato del Pdl, Salvatore Cicu, incalza: “Non accettiamo più alcun ritardo, il Governo e la Protezione Civile si attivino”. Una prima risposta è arrivata con lo spostamento di due Canadair, uno da Ciampino e uno da Trapani, e con l’attivazione del sistema antincendi francese in Corsica per coprire il nord Sardegna.

Ma intanto l’Isola continua a bruciare. Le zone più colpite sono nel centro sud dell’Isola e in particolare nel Comune di Laconi, in provincia di Oristano. Negli ultimi due giorni, nonostante l’intervento massiccio di Canadair, elicotteri della flotta regionale, vigili del fuoco, uomini del Corpo forestale e volontari, gran parte del paese è stata evacuata. Si parla complessivamente di 150 famiglie per un totale di 600 persone, tutti alloggiati provvisoriamente in parrocchia, e di un gruppo di 60 scout costretto a rifugiarsi in una scuola. I primi ad essere trasferiti sono stati gli anziani di una casa di riposo, poi i residenti della parte alta del comune. Poche ore prima era toccato ai circa 100 detenuti della colonia penale di Isili, dover salire sui pullman e raggiungere un luogo sicuro (le carceri di Mamone, Sassari e Algheri) e ai residenti del villaggio delle Mimose di Sinnai, a 20 chilometri dal capoluogo, lasciare le case. Paura a San Gregorio con diverse aziende agricole devastate dalle fiamme.

Devastante il rogo scoppiato a Ghilarza, in provincia di Oristano, dove un allevatore è rimasto gravemente ustionato ed è stato trasferito a Sassari. Non destano preoccupazione, invece, gli altri tre feriti. Molti degli incendi, quasi tutti di origine dolosa, sono in fase di spegnimento, mentre altri focolai stanno divampando in Ogliastra. Colpito il comune di Bari Sardo con il fuoco che ha minacciato l’abitato. Solo in serata l’arrivo di un Canadair e un elicottero.

La Sardegna non è l’unica regione che sta facendo i conti con gli incendi. In giornata sono stati registrati roghi a Calice al Cornoviglio (La Spezia), sui monti della Ciociaria in località Badia di Esperia, in provincia di Frosinone, mentre non è ancora stato domato l’incendio che da settimane sta bruciando le pendici del Monte Jovet tra Chiusaforte e Pontebba (Udine). Il bilancio della Protezione civile nazionale parla di 21 richieste di intervento, di cui 8 in Sardegna, 5 in Calabria e 2 rispettivamente in Sicilia e Lazio, e una in Abruzzo, Campania, Liguria e Friuli Venezia Giulia. Quattordici i Canadair utilizzati, 5 dei quali solo in Sardegna.

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