Seduta alla Camera, Boldrini contro M5S “Polemiche artificiose e strumentali”

In corso la riunione per incardinare le norme sul femminicido. La presidente boldrinidi Montecitorio contro i grillini, che hanno contestato la convocazione della seduta solo per pochi minuti: “Polemiche artificiose e strumentali”. Solo 90 parlamentari, però, hanno risposto all’appello. L’unico leader è Epifani

banner repubblicaROMA – Laura Boldrini non ci sta. Dopo gli attacchi sulla convocazione della seduta alla Camera il 20 agosto, apre i lavori dicendo: “Questa seduta è un adempimento espressamente dettato dalla Costituzione o meglio un vero e proprio obbligo costituzionale. Le polemiche sono artificiose e strumentali”. Frasi pronunciate polemicamente contro il movimento Cinque stelle, che nei giorni scorsi ha accusato la presidente di cercare solo visibilità convocando per pochi minuti i deputati per l’incardinamento del disegno di legge contro il femminicidio. Intanto però il colpo d’occhio dell’aula è desolante. A Montecitorio ci sono meno di cento parlamentari.

L’emiciclo è semivuoto, sono presenti circa 90 deputati: sono solo 4 quelli del Pdl, guidati da Simone Baldelli, e 5 quelli della Lega. Più numerosi invece gli esponenti del Pd: 43, guidati dal segretario Guglielmo Epifani. Anche i deputati del m5s non sono tanti, poco più di una ventina: pochi rispetto ai 106 componenti del gruppo. Tra loro il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e Roberto Fico, presidente della Vigilanza Rai. Presenti inoltre 12 deputati di Scelta Civica, 6 di Sel con Titti Di Salvo e 4 del Misto. “Mi sembrava giusto esserci”. Così, lasciando la Camera, il segretario Pd Guglielmo Epifani. Che aggiunge: “Ho visto che noi c’eravamo – aggiunge Epifani – eravamo una cinquantina, più dei grillini….”.

Il Movimento Cinque Stelle comunque non molla. Con il deputato Danilo Toninelli chiede “l’effettiva e non simbolica ripresa dei lavori parlamentari”. Non basta “una mera ritualità”, aggiunge Toninelli, “perchè la dottrina parlamentaristica prevede che l’incardinamento di un provvedimento abbia “come conseguenze che le commissioni vengano convocate e che abbiano inizio i lavori, per permettere di portare a conclusione l’esame del decreto nei 60 giorni previsti”.

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