UN INFERNO CHIAMATO ACAPULCO – DISTRUTTA DAGLI URAGANI, DILAGA LA PAURA PER I COCCODRILLI CHE SI SONO RIVERSATI NELLE STRADE ALLAGATE

acapulco cocodrillo

banner_dagospiaHanno dei nomi apparentemente innocui eppure hanno creato una devastazione senza fine in Messico: la tempesta tropicale Manuel e l’uragano Ingrid in quattro giorni hanno travolto Acapulco – Il bilancio provvisorio parla di 57 vittime, fra cui nessun italiano…

Paolo Manzo per “La Stampa”

«Eravamo venuti ad Acapulco per una settimana di sole e invece ci siamo trovati intrappolati, fuori sembrava il diluvio universale». Mario, un nostro connazionale, è «strafelice» perché sa che presto tornerà a casa.

È questione di ore per lui che era ospite dell’Acapulco Princess, hotel con 900 posti letto «al 90% occupati da messicani, arrivati qui nel week-end per il ponte dell’Indipendenza», spiega Olimpia Torres, portiere della lussuosa struttura turistica. Il 16 settembre in Messico si celebra la festa del «Grito», l’indipendenza da Madrid, e proprio per questo gli hotel erano strapieni, la maggior parte di turisti locali arrivati in auto, ma che adesso non possono rientrare perché sia la statale che l’autostrada per Città del Messico sono interrotte.

Mario ha già le valigie pronte, è riuscito a farsi inserire nelle «liste» che gli consentiranno di raggiungere l’aeroporto e, poi, l’Itlua. «Nella mia vita – racconta Olimpia Torres – ho visto di peggio solo una volta, nel 1997, quando qui s’abbatté l’uragano Paulina».

In quattro giorni la tempesta tropicale Manuel e l’uragano Ingrid hanno messo in ginocchio il Paese. Sono ormai 57 le vittime – ma il bilancio è provvisorio – e le autorità stimano che le vittime nei 77 comuni più colpiti siano circa 300 mila, 39 mila i messicani evacuati, centomila dispersi, senza tenere conto dei 40 mila turisti bloccati ad Acapulco.

La preoccupazione che tra le vittime possano esserci italiani viene dissipata dalla nostra ambasciata di Città del Messico. «Abbiamo ricevuto un paio di telefonate allarmate al nostro numero d’emergenza spiega un funzionario – ma solo per accelerare i tempi di rientro in patria. Nessuna vittima italiana al momento». Di certo c’è che Acapulco è una città sott’acqua, con automobili trascinate via dal fango, strade trasformate in canali, case distrutte. Circa la metà delle vittime è di Guerrero, lo Stato di cui Acapulco è la vetrina famosa in tutto il mondo.

Dopo i quattro giorni di pioggia abbattutisi su questo «paradiso dei turisti, ieri è ritornato a splendere il sole e la situazione sta tornando alla normalità», tranquillizza Jaime Jaramillo, general manager dell’hotel Las Brisas. Al momento, dei 40 mila turisti presenti ad Acapulco e che da lunedì affollano l’aeroporto locale per andarsene, circa 8 mila ce l’hanno già fatta, grazie ad un ponte aereo predisposto dal governo. Gli altri li imiteranno «entro venerdì, massimo sabato», assicurano le autorità intervenute sia con l’esercito che con gli aerei Hercules per aiutare chi, bloccato sui tetti, da giorni aspettava un po’ d’acqua e cibo.

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