Nairobi, nuovo assalto al centro commerciale
Circa 70 i morti, ma ancora 63 i dispersi

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Sale il numero dei morti dopo il secondo attacco sferrato dalle forze di sicurezza kenyane contro gli Shaabab somali ancora asserragliati nel complesso con un numero imprecisato di ostaggi. Il portavoce del gruppo islamista: “Autorizziamo i mujahedin ad agire contro i prigionieri”. Finora 69 morti e 175 feriti, ma all’appello mancano ancora 63 persone

banner repubblicaNAIROBI – E’ aumentato ancora il numero dei morti accertati nell’attacco jihadista al centro commerciale ‘Westgate’ di Nairobi, sotto assedio da tre giorni. Sono 69 le vittime e 175 i feriti, ma all’appello mancano ancora 63 persone, compresi gli ostaggi alla mercé degli assalitori. Ma i numeri possono ancora cambiare. È incerto il numero di coloro che sono ancora prigionieri: secondo Laban Onditi, presidente della Camera di Commercio e Industria del Kenya, sarebbero tra i dieci e i quindici.

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Le truppe speciali kenyane hanno lanciato un nuovo assalto ai terroristi islamici ancora asserragliati nel centro commerciale di Westgate, a Nairobi, con un numero imprecisato di ostaggi. Testimoni hanno riferito che all’alba c’è stato un intenso scambio di colpi d’arma da fuoco, durato una quindicina di minuti, e poi tre forti esplosioni. Dal momento dell’attacco sferrato sabato dagli Shaabab somali almeno 68 persone sono state uccise e circa 200 sono rimaste ferite.

Le autorità assicurano che la maggior parte degli ostaggi è stata liberata e che i componenti del commando sono ormai isolati. La situazione che preoccupa di più è quella di un supermercato dove sarebbero tenute in ostaggio tra le dieci e le quindici persone. E secondo notizie non confermate gli Shaabab avrebbero legato loro addosso dell’esplosivo. A sostenere le forze dell’ordine kenyote anche gli Stati Uniti. Il Segretario di Stato John Kerry ha definito l’attacco”un’ enorme offesa contro il senso comune del bene e del male” definendo i terroristi “spietati e del tutto folli”.

Per seguire i fatti di Nairobi, la Corte Penale Internazionale (Cpi) dell’Aja ha deciso di rinviare di una settimana il processo a William Ruto, il vicepresidente del Kenya accusato di crimini contro l’umanità. Lo stesso Ruto aveva chiesto un rinvio sin die per poter seguire in prima persona la vicenda dell’attacco al Westgate, a Nairobi.

Gli islamisti somali hanno rivendicato la responsabilità dell’azione sostenendo che si è trattato di una rappresaglia per l’intervento militare kenyano in Somalia. Da parte sua, il governo di Nairobi ha chiarito che non ci sarà nessuna trattativa con i terroristi. Il presidente Uhuru Kenyatta, che ha perso un nipote nell’attacco, si è impegnato a rimanere fermo nella “guerra al terrore”.

Intanto, su un sito internet islamista il portavoce di Shaabab Sheikh Ali Mohamud Rage ha detto: “Autorizziamo i mujahedin all’interno del centro commerciale ad agire contro i prigionieri”. Un testimone, Elijah Kamau, scampato dalla follia degli assalitori ha raccontato che il commando “ha lasciato andare i musulmani e aperto il fuoco contro i non-musulmani. Ci hanno detto di andare via, perché avrebbero colpito solo gli infedeli”. Secondo altre testimonianze, chi tentava di uscire dal complesso è stato sottoposto a una sorta di test per provare la propria fede islamica, anche recitando preghiere musulmane.

 

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