ROMA – E’ italiano uno dei due europei uccisi dalla folla in Madagascar perché sospettati di traffico di organi. Lo conferma la Farnesina, dopo che la polizia locale ha fatto sapere di aver recuperato un passaporto italiano accanto ai corpi ritrovati carbonizzati. Secondo i quotidiani malgasci Express e Madagascar Tribune, l’uomo si chiamava Roberto Gianfalla, 50 anni, e originario di Palermo, aveva anche la cittadinanza francese. Diplomato in Francia in una scuola alberghiera, Gianfalla aveva girato il mondo e lavorato anche in America.
LA SCHEDA Ecco chi era Roberto Gianfalla
La Farnesina, intanto, “si allinea” a quanto dichiarato dalle autorità locali, ma per una conferma effettiva e per l’identificazione del cadavere sarà necessario più tempo, poiché “il corpo è completamente carbonizzato”.
L’uomo è morto a seguito di un linciaggio a Nosy Be, dopo il rapimento e l’assassinio di un bambino di 8 anni, il cui corpo è stato ritrovato con orrende mutilazioni. La folla ha aggredito e torturato i tre uomini, poi li ha gettati tra le fiamme sulla spiaggia di Ambatoloaka: stando alle prime ricostruzioni, si sarebbe trattato di tre macabre esecuzioni avvenute ad alcune ore di distanza l’una dall’altra. Non è ancora chiaro, peraltro, se le tre vittime siano state arse vive. Il caso è seguito da un corrispondente consolare, perché l’Italia non riconosce l’attuale governo del Madagascar, nato da un golpe.
Il capo del distretto, Malaza Ramanamahafahy, non ha confermato se l’uomo, come dichiarato ieri dalla polizia, avesse anche la nazionaltà francese. Ma ha precisato che il suo visto era scaduto e si trovava quindi in situazione irregolare in Madagascar.Gli altri due uomini uccisi sono un francese di nome Sebastien Judalet e un malgascio che, secondo alcune fonti, sarebbe lo zio del bambino ucciso. Judalet era entrato in Madagascar il 15 settembre con un visto turistico per 60 giorni, secondo il capo del distretto, che ha visto il suo passaporto. Il documento mostra che l’uomo ha fatto frequenti visite nel paese.
Il consolato francese ad Antananarivo ha invitato i connazionali a non recarsi sull’isola di Nosy Be “fino a quando non sarà riportata la sicurezza, soprattutto sulle spiagge”. Ai cittadini francesi che si trovano già sull’isola è stato invece suggerito di “restare nelle proprie abitazioni”.
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