Yacht, Rolls Royce e Harley con i soldi del caveau delle banche

Schermata 2013-10-10 a 10.40.22Truffa milionaria: sigilli a 400 auto e 70 barche

banner_corseraSoldi. Una montagna di soldi a disposizione. E a custodirli un uomo che nella vita ha coltivato molte passioni, tutte di lusso.
Tanto è bastato per fare della North East Service, azienda di trasporto e custodia di valori a Silea (nel Trevigiano) una specie di bancomat permanente. Le banche affidavano milioni di euro al presidente della società Luigi Compiano e lui ogni tanto ne prelevava un po’ per togliersi uno sfizio: una Rolls Royce numerata, una collezione di Aston Martin, una Ferrari, una Lancia Stratos da rally, una Harley Davidson… «Cosucce» stipate tutte in fila e tirate a lucido in una decina di capannoni che la Guardia di finanza ha sequestrato e catalogato due giorni fa. Risultato: 400 auto, 100 motociclette e 70 imbarcazioni (yacht, barche a vela e motoscafi offshore). Una fortuna messa da parte dal 1994 fino alla settimana scorsa, ipotizzano le carte dell’inchiesta per appropriazione indebita aperta dal procuratore Michele Dalla Costa. Quasi vent’anni di «prelievi» dei quali nessuno si è accorto perché i milioni sottratti a qualcuno venivano coperti con l’equivalente sottratto a qualcun altro. Finché la giacenza media della Nes è stata alta (80 milioni di euro per molti anni) tutto è filato liscio, quando per ragioni di mercato si è assottigliata non è stato più possibile coprire gli ammanchi e i clienti hanno cominciato a capire che qualcosa non funzionava. Richieste di contanti non esaudite, lamentele e alla fine denunce. Quelle che hanno fatto scoppiare lo scandalo sono di martedì scorso: Veneto Banca e Intesa San Paolo hanno chiesto di riavere i loro depositi cash (ufficialmente 23 milioni, secondo indiscrezioni circa 40) ma nel caveau non hanno trovato che 29 assegni firmati da Compiano a titolo di garanzia.

«Lui faceva così» ha spiegato agli inquirenti Massimo Schiavon, l’uomo dei rendiconti della Nes indagato anche lui per appropriazione indebita che giura di non aver mai intascato un centesimo e spiega il meccanismo del buco finanziario. «Compiano mi diceva: tu dammi i soldi che io li rimetto in cassa più avanti. E io che dovevo fare?». È proprio lui a rivelare che «il capo» ordinava quegli strani prelievi, dando in cambio la garanzia di assegni firmati da lui stesso, a partire dal 1994.
La Finanza sta ricostruendo i versamenti che banche, supermercati, grandi punti vendita e catene di negozi hanno affidato alla Nes in custodia nel corso degli anni. Alcuni investigatori fanno stime di ammanchi che ammonterebbero a 60-70 milioni, ai quali sarebbero da aggiungere 27 milioni di debito con il fisco per l’Iva non versata e 17 milioni di debiti con i fornitori per servizi non pagati. Una cifra enorme che, se verrà confermata a indagini chiuse, sarà difficile recuperare e restituire. Non a caso il procuratore Dalla Costa facendo i primi conti con quello che è riuscito a sequestrare finora dice che «anche volendo mandare all’asta ogni mezzo e immobile, il ricavato non sarebbe sufficiente a coprire il buco già accertato».

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate »