I funerali di Priebke, tensione a Roma
No vaticano alla cerimonia in chiesa

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Questore e prefetto: «Vietate le esequie solenni». Il sindaco Marino: questa è una città antinazifascista che ha sofferto

banner_corseraROMA – I funerali di Erich Priebke saranno a Roma. Lo ha annunciato sabato mattina l’avvocato dell’ex ufficiale nazista morto venerdì nella Capitale all’età di 100 anni. Le esequie, dice Paolo Giachini, potrebbero essere celebrate martedì in una chiesa al centro di Roma. E scoppia un caso. Il portavoce del Vicariato, don Walter Insero, smentisce seccamente: «Non è prevista nessuna celebrazione esequiale». E il sindaco Marino che all’inizio della mattinata sosteneva di non saperne nulla, nel primo pomeriggio fa sapere di aver «concordato con Prefetto e Questore che sarà negata qualunque forma di funerali solenni. Roma è una città antinazifascista che ha sofferto drammaticamente». E aggiunge: «Saranno consentite solo esequie in forma strettamente privata». «L’aspetto religioso non compete alla città – ha aggiunto Marino, a margine di un evento della Caritas-. Su questo il prefetto chiamerà il cardinal vicario, ma quello che so è che il codice della Chiesa indica che i funerali vengano tenuti nella parrocchia di appartenenza, eccetto ragioni speciali»

LA PARROCCHIA: NESSUNA RICHIESTA – E subito arriva, attraverso l’agenzia di stampa Agi, la replica del viceparroco di Priebke, don Gianmarco Merlo, della chiesa di San Pio V, chiesa nella cui giurisdizione rientra anche via Sanfelice, residenza dell’ex capitano delle SS: «A noi non è arrivata nessuna richiesta di celebrare il funerale. Se arrivasse la prenderemo in considerazione. Non sapevo neanche che fossimo noi la parrocchia di Priebke». E conferma: «In linea di massima i funerali si celebrano nella parrocchia di appartenenza, quindi se la famiglia di Priebke decidesse di celebrare il rito religioso si dovrebbe rivolgere a noi».

«VIETATI FUNERALI SOLENNI» – Comunque il Questore Fulvio della Rocca, d’intesa col prefetto Giuseppe Pecoraro, ha vietato qualsiasi forma di celebrazione in forma solenne. Una «decisione ovvia», che «non ci stupisce», replica l’avvocato Giachini. «Il diritto di culto che la nostra Costituzione prevede è un diritto specifico, che vale per tutti, e riguarda il sentimento religioso e il diritto di avere sacramenti. Trasformare questo diritto in qualcosa di solenne, e fondamentalmente di politico, non era nemmeno nell’intenzione di Priebke, che era una persona riservata e discreta e che non ha mai voluto fare show». «Noi non abbiamo mai pensato di fare qualcosa che assomigliasse a qualcosa di solenne o a una manifestazione politica – precisa ancora – Se qualcuno paventa questa cosa lo fa in mala fede ed è una provocazione. Faremo il nostro funerale ma senza solennità o esaltazione di valori politici. Il signor Priebke è stato come persona nella predilezione di tantissima gente, non per il ricordo di una persona politica ma per i valori umani dimostrati durante la sua persecuzione». 

NO IN ARGENTINA – Il legale dell’ex SS condannato all’ergastolo per l’eccidio delle Fosse Ardeatine continua a sostenere che la salma del nazista tornerà in Argentina dove potrà essere sepolto, come suo desiderio, a Bariloche, dove anni fa si era rifugiato, vicino alla moglie. Ma il governo argentino ha già fatto sapere che non accetterà il corpo di Priebke. Il ministro degli Esteri Héctor Timerman «ha dato ordine di non accettare nessun tramite che permetta l’ingresso del corpo del criminale nazista Erich Priebke in Argentina», riferisce su Twitter il ministero, secondo quanto riferisce il quotidiano locale La Nacion. «Gli argentini non accettano questo tipo di affronto alla dignità umana».
Ma l’avvocato Giachini risponde: «Non esiste un no del governo argentino all’ingresso della salma nel Paese perché non è stata fatta ancora alcuna richiesta».

FIORI DAVANTI CASA – Davanti all’abitazione romana di Priebke ci sono dei fiori. «Sono stati messi da tanta gente comune, a differenza di quello che si è sempre voluto far credere sull’odio verso di lui», ha commentato Giachini. Priebke partecipò alla pianificazione dell’uccisione e poi alla strage di 335 persone, ebrei e non, come rappresaglia all’attentato in via Rasella a Roma. Il 23 marzo 1944, Kappler ordinò le esecuzioni di 335 ostaggi, da fucilare per rappresaglia dentro le Fosse Ardeatine. Operazione condotta il giorno 24 marzo anche dall’SS-Hauptsturmführer Priebke.

»AUTORITA’ VIGILINO» – «Abbiamo saputo che i funerali del nazista Priebke si terranno a Roma in una chiesa del centro. L’Anpi di Roma ribadisce che questi funerali non possono trasformarsi in una manifestazione di apologia del nazi-fascismo. Chiediamo alle autorità competenti di vigilare su questo punto e procedere, secondo le legge italiana qualora si manifestasse con simboli, gesti, slogan contrari alla nostra Costituzione». Lo afferma il presidente dell’Anpi di Roma Francesco Polcaro. «In questo caso il problema non sarebbero i morti ma i vivi», aggiunge.

L’ANNIVERSARIO DEL RASTRELLAMENTO – Se i funerali di Priebke fossero confermati martedì 15 ottobre, sarebbero proprio alla vigilia di una data importante e triste per la città di Roma, quella del 16 ottobre 1943, giorno del rastrellamento nazista nel Ghetto della Capitale cui seguì la deportazione di centinaia di ebrei nei campi di sterminio. Quest’anno in particolare poi si commemora il settantesimo anniversario della razzia nazista.

«NON C’ERANO CAMERE A GAS» – Nonostante l’ergastolo, le condanne giudiziarie e morali, Erich Priebke non si è mai pentito. Anzi. Ha lasciato un video-testamento in cui dice: «Non rinnego il mio passato, ho scelto di essere fedele al mio passato e ai miei ideali». Non solo: «A Norimberga sono state inventate un’infinità di accuse: sulle camere a gas nei campi di concentramento io aspetto ancora le prove, falsi i filmati dei lager. Niente camere a gas, salvo quella costruita a fine guerra dagli americani a Dachau».

 

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