FENOMENOLOGIA RIHANNA

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1. FENOMENOLOGIA DI RIHANNA BY CAMILLE PAGLIA: “IN QUEST’EPOCA PERMISSIVA, DOVE LA PORNOGRAFIA È DIVENTATA UNIVERSALMENTE ACCESSIBILE MA ANCHE RIPETITIVA E NOIOSA, RIHANNA HA RESUSCITATO UN IMMAGINARIO FASCINOSAMENTE EROTICO” –

2. “RIHANNA STA REGALANDO ENORMI PIACERI VOYEURISTICI A OSSERVATORI DISTANTI CHE SEGUONO LE SUE EDONISTICHE AVVENTURE. IN TERMINI DI ARCHETIPI STORICI DELLA CULTURA POPOLARE, RIHANNA È UNA “GIOVANE RIBELLE” FRAGILE MA DURA COME BRIGITTE BARDOT E AVA GARDNER, CHE SPRIZZA ENERGIA, UN APPETITO INSAZIABILE PER IL SESSO E L’ALCOL, E UN GUSTO PER LO SCONTRO FISICO CON I SUOI AMANTI, MOLTO MACHI” –

3. E DAMIEN HIRST PRENDE LA FOTOCAMERA E LA RICOPRE DI SERPENTI PER I 25 ANNI DI “GQ” –

Camille Paglia
Traduzione di Matteo Colombo per “D – la Repubblica”

COPERTINA D REPUBBLICA RIHANNA BY CAMILLE PAGLIA

Dopo oltre ottanta concerti in lungo e in largo per i continenti, lo spettacolare Diamonds World Tour di Rihanna si è appena concluso a New Orleans. Soltanto dal tour di quest’anno, Rihanna ha già incassato oltre 50 milioni di dollari, quasi quanto la somma totale dei suoi guadagni nel corso dell’anno precedente, secondo la rivista Forbes.

La storia di Rihanna, che oggi ha 25 anni, è quella di un successo strabiliante, la fulminea ascesa alla fama globale di una ragazza multietnica (nera e irlandese) cresciuta in un’umile casetta sull’isola caraibica di Barbados.

Rihanna ha pubblicato sette album e ottenuto numerosi premi, tra cui sei Grammy. Eppure ci sono critici musicali che ancora non la prendono sul serio, e l’accusano di avere una voce debole rinforzata a colpi di Auto-Tune, o di essere una mediocre ballerina. Resta il sospetto che Rihanna sia solo un burattino nelle mani dei produttori hip-hop maschi che le scrivono le canzoni e ne gestiscono il trattamento high-tech. Ma è proprio quello che si diceva di Madonna negli anni Ottanta, quando la critica musicale la liquidava come una bella faccetta creata nell’ombra da produttori maschi come Jellybean Benitez.

Come se non bastasse, il fatto che Rihanna abbia adottato lo slang aggressivo e le insegne dei rapper metropolitani – grandi tatuaggi e gioielli vistosi, tra cui un orecchino d’oro a forma di pistola – hanno finora ostacolato il suo riconoscimento come artista. Ma le sue pose “gangsta” sono una strategia difensiva, un’armatura per proteggere una sensibilità fragile e permetterle di sopravvivere alla luce violenta dei riflettori.

Niente ha danneggiato la reputazione di Rihanna più della sua tempestosa relazione con il rapper Chris Brown, che è stato arrestato e condannato per averla picchiata, morsicata e aver tentato di soffocarla durante una violenta lite scoppiata nel 2009 a Los Angeles su una Lamborghini noleggiata.

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L’esibizione di Rihanna ai Grammy Awards in programma per il giorno dopo era stata annullata. Un’agghiacciante foto del suo volto tumefatto scattata dalla polizia è arrivata ai media. Il tribunale ha imposto a Brown un’ordinanza restrittiva, vietandogli di avvicinarsi a Rihanna.

I contraccolpi del vergognoso episodio sulla carriera di Brown sono stati immediati. Dopo le enormi manifestazioni pubbliche di solidarietà e sostegno nei confronti di Rihanna per quell’incidente traumatico e umiliante, grande è stato lo shock quando tre anni dopo la cantante ha ricominciato a frequentare Brown.

Nel suo fortunatissimo album del 2012, Unapologetic, Rihanna cantava una canzone d’amore in coppia con Brown, e in un altro pezzo dichiarava spavalda «Ain’t nobody’s business», sono affari miei e di nessun altro, riecheggiando un famoso brano interpretato da cantanti blues come Bessie Smith e Billie Holiday, in cui la violenza fisica viene accettata come prezzo della passione sessuale.

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Alla pubblicazione di quell’album sono seguiti mesi di fotografie di paparazzi che documentavano un instabile triangolo amoroso, nel quale Brown oscillava tra Rihanna e la sua feroce rivale, Karrueche Tran, un’americana minuta e graziosa di origini nero-vietnamite. La turbolenta saga aveva tutti i tratti melodrammatici di una soap opera tv. Rihanna, che alla fine avrebbe perso la battaglia per le attenzioni di Brown, si è guadagnata la statura di un’eroina tormentata da romanzo verista. Il pubblico, che inizialmente aveva condannato Rihanna per la decisione scriteriata di tornare con Brown, ha cominciato a compatirne l’isolamento e la sofferenza.

Resteranno le incancellabili tracce di quell’amore infranto: come arma nella lotta per Brown, Rihanna è infatti ricorsa in modo impulsivo e a volte sciocco ai nuovi strumenti di Twitter e Instagram, pubblicando proprie foto audaci con indosso minuscoli bikini, o a letto in pose provocanti. Alcune immagini mettevano a fuoco solo i suoi glutei grandi e armoniosi, dei quali va giustamente fiera.

Questo esibizionistico flirt online con Brown ha offeso molte persone, che in centinaia di commenti rabbiosi sulla rete le hanno dato della donnaccia e della puttana. E questo suo modo di promuovere la propria immagine le ha attirato da Barbados i severi rimproveri della madre, donna molto religiosa e devota. Ma quelle immagini sfacciatamente seducenti hanno anche fatto innamorare milioni di altre persone (me compresa). In quest’epoca permissiva, dove la pornografia è diventata universalmente accessibile ma anche ripetitiva e noiosa, Rihanna ha resuscitato un immaginario fascinosamente erotico.

La volgarità apparentemente sfrontata di quelle foto è stata contraddetta dalla tenera, dolente vulnerabilità di cui Rihanna ha dato prova in Stay, il suo lento, sommesso duetto con Mikky Ekko (accompagnato semplicemente dalle note malinconiche di un piano) diventato a sorpresa un successo internazionale trasmesso di continuo per nove mesi dalle radio.

RIHANNA SU GQ BY DAMIEN HIRST

Ecco la vera Rihanna, la voce che vibra di un’emozione squisita, alla quale il pubblico di tutto il pianeta reagisce dal profondo. La ascoltiamo esplorare il proprio cuore, che porta le cicatrici delle esperienze d’infanzia: il padre era un tossicodipendente che malmenava la madre; i genitori hanno divorziato quando Rihanna aveva quattordici anni.

Dalla fine della sua storia con Brown, Rihanna è apparsa in pubblico scortata solo dall’inseparabile compagna e assistente Melissa Forde, la sua migliore amica fin dai tempi delle superiori a Barbados. Le due donne si tengono per mano davanti a tutti, si abbracciano e si accarezzano, siedono una sulle ginocchia dell’altra durante gli eventi pubblici.

Rihanna non ha esitato a dare un’impressione di bisessualità posando con Kate Moss (in un servizio fotografico di Mario Testino) e con la cantante Katy Perry. Anche Madonna ha giocato con le allusioni lesbiche, come quando agli Mtv Video Music Award del 2003 baciò sul palco Britney Spears e Christina Aguilera.

Ma Madonna, la cui vita privata è stata coerentemente eterosessuale, si limitava a seguire la tradizione trasgressiva del suo grande modello Marlene Dietrich, che a sua volta aveva preso a prestito il tema della bisessualità teatrale dalla sua iniziale carriera nei cabaret berlinesi della Repubblica di Weimar. Rihanna, al contrario, sembra avere un’affettuosa intimità con Forde, che come fotografa ha scattato alcune delle più belle immagini sexy della cantante su Instagram.

A mio avviso, le migliori sono le cosiddette “foto accanto al caminetto», dove una pensierosa Rihanna posa languida fumando un cigarrillo, con indosso solo un reggiseno e un parka foderato di pelliccia appoggiato sulla testa. Sono immagini splendide, che emanano tutto il fascino erotico e il mistero di un film d’arte europeo del grande periodo di Godard o di Antonioni.

Rihanna comunica il suo amore per i piaceri terreni attraverso le tante foto di gossip sulle vacanze con gli amici nei Caraibi, dove la si vede sensualmente rilassata su una barca oppure in spiaggia mentre beve birra ed esala dense nuvole di fumo (ammette senza remore di amare la marijuana).

Rihanna sta regalando enormi piaceri voyeuristici a osservatori distanti che seguono le sue edonistiche avventure attraverso le splendide foto del londinese Daily Mail, un tabloid specializzato in gossip che oggi è il sito web più popolare al mondo. Malgrado il suo periodo di dipendenza masochistica da Chris Brown, l’immagine pubblica di Rihanna è quella di una donna ostinatamente indipendente e autonoma.

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A differenza di Beyoncé, gestita prima dai suoi genitori e oggi da un marito autoritario come Jay-Z, in pubblico Rihanna non è mai apparsa legata a un unico mentore maschio. Ha di certo tratto vantaggio dall’aiuto di alcune figure cruciali, come quando il produttore Evan Rogers le ha permesso di fare il salto da Barbados all’industria musicale statunitense, strappando un contratto a lungo termine con la Def Jam, la casa discografica di Jay-Z. Ma l’immagine di Rihanna rimane orgogliosamente solitaria, di grande ispirazione per le giovani donne ambiziose.

All’inizio di quest’anno Rihanna ha varato la sua collezione di abbigliamento, River Island. Si era già creata un’identità fashion forte e innovativa attraverso attraverso il suo abbigliamento sorprendentemente «trendy» immortalato dai paparazzi a cerimonie di premiazioni e fuori dalle discoteche all’alba. A differenza di tante altre star, per esempio Lady Gaga, che si fanno consigliare e vestire dagli stylist (spesso sofisticati uomini gay), Rihanna va per la sua strada.

I suoi look sorprendono sempre, che siano elegantemente formali o spudoratamente «street». Ha un meraviglioso quanto innato senso della forma e del colore, e indossa gli abiti con stile immenso. È alta, ha gambe lunghe e piedi affusolati, ma il suo corpo è prosperoso e femminile, non da modella anoressica. E buca l’obbiettivo anche quando tiene la testa timidamente chinata.

In termini di archetipi storici della cultura popolare, Rihanna è una «giovane ribelle» come la prima Brigitte Bardot, con i suoi piedi scalzi sulla sabbia e i capelli al vento schiariti dal sole, uno stile che all’epoca era una novità e ancora è in voga. Ma Rihanna, con il suo torrido magnetismo erotico e le instancabili nottate di baldoria, somiglia più ad Ava Gardner, che secondo alcuni sarebbe stata a sua volta di etnia mista. Anche Ava sprizzava energia, un appetito insaziabile per il sesso e l’alcol, e un gusto per lo scontro fisico con i suoi amanti, molto machi.

Per le giovani star è molto difficile sopportare le fortissime pressioni della fama. A un successo precoce seguono a volte l’esaurimento e il crollo. Sappiamo, da dichiarazioni rilasciate qua e là dal superficiale e fatuo Chris Brown, che Rihanna avrebbe voluto sposarlo e mettere su famiglia, ispirata forse dalla felicità di Beyoncé alla nascita del primo figlio con Jay-Z. Se Rihanna riuscirà o meno a sostenere la sua brillante traiettoria creativa, resta ancora da vedere. Ma non c’è dubbio sul fatto che sia un’importante artista contemporanea, che per i suoi grandi e vari successi merita rispetto e ammirazione.

 

 

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