A Olbia l’Unità di crisi ospitata in un edificio pericolante

sardinia postEsistono dei paradossi anche nelle tragedie. Da quasi due settimane, dopo che quel terribile 18 novembre l’alluvione ha piegato Olbia, è stata istituita un’Unità di crisi per gestire l’emergenza. Quello che tecnicamente è chiamato il Ccs, Centro di coordinamento soccorsi, per uno strano scherzo del destino è ospitato in un palazzo pericolante. Proprio così, il cuore operativo che ospita la task force che gestisce l’emergenza di Olbia e della Gallura, che ha visto sfilare i profili più influenti della politica italiana, dal presidente del Consiglio al ministro della Difesa, che ha ospitato il Capo della Protezione civile, sarebbe dasgomberare immediatamente. Il centro operativo da evacuare. Una beffa che va spiegata.

Schermata 2013-11-29 a 18.13.31Il palazzo di Poltu Cuadu non è a norma, via al trasloco dallo scorso giugno

La cronaca di un trasloco annunciato ma non ultimato, con il finale assurdo dell’unità di crisi ospitata in un edificio fatiscente, inizia lo scorso 6 giugno con un’ordinanza contingibile e urgente del sindaco Gianni Giovannelli, nella quale si imponeva il trasferimento di tutti gli uffici dallo stabile dell’ex istituto Alberghiero di via Macerata. Il Comune decideva di attivare la procedura in via di urgenza, con tale impellente esigenza di valutare l’ipotesi di affittare altri locali pur in presenza di una nuova sede come quella dello Scolastico in via Garibaldi. I costi per mettere a norma l’edificio di via Macerata, infatti, venivano considerati troppo alti. Quanto? L’ordinanza parlava di due milioni di euro per una struttura che è di proprietà della Regione. L’ordinanza prevedeva dunque lo spostamento degli uffici dall’edificio di via Macerata, non essendo sufficienti i 45 giorni prescritti dai Vigili del Fuoco per effettuare gli interventi di messa in sicurezza. Un trasloco immediato

“Potenziale rischio per la sicurezza del personale”

L’ordinanza del sindaco di Olbia stabiliva quindi che, “onde evitare un potenziale rischio per la sicurezza del personale dipendente e per il pubblico”, non fosse più possibile, alle attuali condizioni, mantenere gli uffici all’interno della sede di via Macerata. È cambiato qualcosa da allora? Non risulta. L’unica certezza è che i tempi si siano allungati, visto che il trasloco non è certamente stato portato a termine. Al contrario, visto che l’ordinanza prevedeva di provvedere “tempestivamente e senza indugio” all’esecuzione delle operazione di trasferimento degli uffici presenti nell’edificio, compresi gli archivi e l’aula consiliare. Ebbene sì, proprio l’aula consiliare che è stata destinata a centro operativo dell’Unità di crisi post alluvione.

Il caso dello Scolastico, la nuova casa del Comune inaugurata prima di essere ultimata

In realtà il comune di Olbia una casa l’avrebbe, nuova di zecca. Parliamo dello Scolastico, un edificio che ha stabilito il poco onorevole record di un’inaugurazione prima ancora di essere ultimato. Roba da campagna elettorale, nel senso letterale del termine, visto che il taglio del nastro di quello che era un cantiere avvenne davanti ai fotografi ad opera dell’allora commissario straordinario Mariano Mariani,attuale direttore di Sardegna Promozione, nominato da Ugo Cappellacci dopo la prematura caduta dell’allora sindaco Nizzi. Un’opera costata la bellezza di 10 milioni di euro, che Giovannelli si è ritrovato sul groppone, comprese dispute per l’appalto e ritardi nell’esecuzione delle opere.

Il Comune senza aula, il Consiglio comunale nella sede della Provincia

Fatto sta che l’edificio doveva essere completato, secondo gli auspici del sindaco, lo scorso gennaio, con l’inizio del trasferimento degli uffici. «La sala consiliare resterà a Poltu Cuadu – spiegava Giovannelli – quella nuova non è pronta, mancano i pavimenti. In ogni caso per risparmiare abbiamo deciso di riutilizzare gli stessi banchi e lo stesso impianto che ora è a Poltu Cuadu. Non ci sono risorse». Poi l’accelerazione imposta dalle condizioni fatiscenti dell’edificio di via Macerata, con un’aula consiliare provvisoria data in prestito all’Unità di crisi in un edificio pericolante. Così ora il Comune, dopo aver speso una montagna di soldi, si ritrova senza un’aula consiliare. Per questo il primo consiglio comunale dopo la tragica alluvione che ha messo in ginocchio la città, un appuntamento drammaticamente storico per Olbia, si svolgerà nella sala del palazzo di via Nanni che fino a pochi mesi fa ospitava il Consiglio dell’ormai abolita provincia Olbia-Tempio. Un paradosso ulteriore per una città che dopo il dramma vede esplodere tutte le sue contraddizioni.

Giandomenico Mele

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