La notizia ha scatenato la prevedibile rivolta sul web e un’ondata di indignazione. La notizia è che i due consiglieri regionali arrestati per lo scandalo dei fondi ai gruppi – Mario Diana e Carlo Sanjust – e già sospesi dall’incarico in base alla legge Severino, riceveranno uno “stipendio” (ma la denominazione corretta è “assegno alimentare“: proprio come la somma che il coniuge paga in caso di divorzio) pari a 1.904,09 euro al mese.
Il compenso è piccolo rispetto a quanto incassavano prima, ma tutt’altro che modesto in relazione agli stipendi medi nazionali. All’origine dell’indignazione c’è proprio questo.
Quanto guadagna infatti mediamente un cittadino italiano? Un recente studio dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha confermato che nel nostro Paese i salari sono tra i più bassi in Europa. L’Italia, nella classifica Ue delle retribuzioni, è al 23esimo posto (l’anno precedente, il 2011, era al 22esimo) con una retribuzione media netta annua pari a 19.000, 34 euro. Mentre l’assegno alimentare che andrà nelle tasche dei due consiglieri detenuti è poco meno di 23mila euro netti che è lo stipendio medio (ma lordo) di un insegnante a inizio carriera.
Eppure c’è una logica nell’utilizzo di una definizione come “assegno alimentare” (che richiama minime condizioni di sussistenza) per la retribuzione dei due onorevoli detenuti. Quanto riceveranno, infatti, è sì più di quanto guadagna un insegnante col suo lavoro, ma è una cifra modestissima rispetto a quanto incassavano prima e a quanto incassano i loro colleghi in attività.
QUASI DIECIMILA EURO AL MESE
Lo stipendio base del consigliere regionale è di 5.922,62 euro. Ma coi rimborsi si arriva a 9.041 euro mensili. La retribuzione è al netto di tutte le detrazioni, compresi i 2.038,03 di quota contributiva per il vitalizio. Cioè la pensione a cui i consiglieri hanno diritto dal 65° anno di età (60° in alcuni casi), dopo aver accumulato due anni e mezzo e un giorno di legislatura (e della quale godranno anche i due onorevoli detenuti).
Lo stipendio base è formato da due voci: indennità consiliare (9.263,78 euro lordi, pari a un netto di 2.720,13 euro) e diaria (3.202,49 euro). Dalla diaria, comunque, vengono tolti 154,94 euro per ogni giorno di assenza in Consiglio e 129,11 euro quando gli onorevoli non partecipano alle sedute delle commissioni.
Alla retribuzione base va sommata l’indennità di carica. La più alta la prende il presidente dell’Aula: 2.302,04 netti (4.038,67 lordi). Il suo vice porta a casa 1.534,69 (lordo da 2.692,45). Al questore vanno 1.537,35 (2.697,11 lordi), al segretario e al presidente di commissione 1.098,11 (lordo da 1.926,51). Al vice di commissione spettano 274,53 euro (lordo da 481,63).
Gli onorevoli della Sardegna hanno poi diritto a un rimborso per le spese di segreteria: sono 2.346,40 euro mensili che, però, non figurano nella busta paga, ma vengono accreditati sui conto correnti personali dei consiglieri.
Ai rappresentanti della massima assemblea sarda è riconosciuto anche un rimborso forfettario annuo di 9.263,78 euro. Viene erogato in tre tranche per «spese di documentazione, aggiornamento, stampa e strumentazioni tecnologiche», è scritto nel Regolamento. Al mese sarebbero 771,98 euro.
LA EXTRA DIARIA: UN ULTERIORE PRIVILEGIO, UN’ALTRA INCHIESTA
L’ultima voce dello stipendio è la extra diaria. E a questo punto torniamo, attraverso un’altra porta d’ingresso, alle cronache giudiziarie e del malcostume politico. Infatti sull’utilizzo improprio di questa indennità, il pm Marco Cocco ha aperto una terza inchiesta, quella sulle“False residenze”.
La extra diaria è l’indennità da pendolare e viene riconosciuta ai consiglieri che risiedono fuori Cagliari, a oltre 35 chilometri: sono 960,75 euro al mese. Peraltro: con la delibera numero 94 del 16 dicembre 2010, l’Ufficio di Presidenza ha modificato il Regolamento, sostituendo la parola “residenza” con “dimora abituale”. «Da intendersi – si legge – come quella occupata in via principale, ossia per il più lungo periodo rapportato all’anno solare, individuato come non inferiore a 185 giorni». Comunque, se un consigliere è anche “pendolare” arriva a guadagnare 10.000,75 euro al mese. In effetti l’assegno alimentare, davanti a queste cifre, appare proprio una miseria.
Alessandra Carta
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