Dopo gli indagati c’è il sequestro di sei ville. Procede l’inchiesta in Costa Smeralda condotta dal procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Domenico Fiordalisi. In serata è stato disposto il sequestro probatorio di sei ville realizzate intorno all’hotel Romazzino, uno degli alberghi simbolo della Costa Smeralda. Il provvedimento, autorizzato dal Gip del tribunale, Marco Contu, è stato eseguito dai carabinieri di Sassari e della stazione di Porto Cervo, insieme allo stesso Fiordalisi. Con le ville sono state sequestrate anche sette piscine, una in dotazione a ogni unità immobiliare e un’altra, più grande, in uso all’hotel. Secondo quanto emerge dalle indagini condotta dalla Procura si tratterebbe di strutture abusive realizzate in base a una concessione edilizia del 2010 ritenuta illegittima dal Tar. Alcuni edifici, peraltro, sono stati realizzati nell’area compresa tra l’albergo e il mare, anziché verso l’entroterra. La concessione sarebbe stata rilasciata in base all’articolo 13 della legge regionale 4 del 2009 che prevedeva ristrutturazioni di edifici già esistenti per finalità paesaggistiche e architettoniche. In realtà secondo l’accusa le ville e le piscine sarebbero state realizzate a scopo turistico e ricettivo, senza peraltro rispettare un’ordinanza del Tar della Sardegna emessa nel marzo del 2011 che dichiarava l’illegittimità della concessione edilizia, sospendendone l’efficacia. Per la vicenda sono indagate cinque persone tra amministratori vecchi e nuovi della Sardegna Resorts, progettisti e coloro che hanno rilasciato le autorizzazioni edilizie.
Mazzette in Costa Smeralda, al setaccio i conti correnti di manager e amministratori
Passaggi di denaro. Somme ingenti, ma anche cessione di appartamenti e “donazioni” che avrebbero mascherato vere e proprie mazzette. L’inchiesta in Costa Smeralda sul presunto giro di tangenti distribuite per oliare i meccanismi delle concessioni edilizie per la ristrutturazione degli alberghi dei vip, ma anche la costruzione delle nuove suite, intanto va avanti. L’inchiesta del procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Domenico Fiordalisi, procede attraverso una serie di perquisizioni e la verifica dei conti per capire se il giro di denaro conduca a un giro di mazzette. Il progettista della Sardegna Resorts, l’ingegnere cagliaritano Tonino Fadda, indagato in concorso per corruzione, avrebbe incassato parcelle per i progetti in Costa Smeralda per un ammontare vicino ai 20 milioni di euro. La Procura verifica che si tratti di cifre congrue. Sarebbe emersa anche una “donazione” da 350 mila euro fatta a un esponente di primaria importanza del Consorzio Costa Smeralda.
Tre indagati, ma nelle prossime ore potrebbero aggiungersi nuovi nomi
Politici? Amministratori o manager della Costa Smeralda? Le prossime ore promettono sviluppi nell’inchiesta che per il momento ha portato alla consegna di un avviso di garanzia per corruzione e alla perquisizione degli uffici di Tonino Fadda, storico progettista della Costa Smeralda e consulente che la Sardegna Resorts aveva scelto per costruire le nuove suite di lusso negli alberghi Pitrizza, Romazzino e Cervo. Insieme a lui risultano indagati il fratello Raimondo, di professione geometra e l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico del comune di Arzachena, Antonello Matiz. L’impianto accusatorio ipotizza una attività corruttiva nei confronti di Matiz e di altre persone che non sono state ancora identificate per rilasciare le autorizzazioni per la ristrutturazione degli alberghi. Al vaglio della magistratura ci sono anche i permessi rilasciati per la ristrutturazione degli hotel di lusso della Costa Smeralda, la cui documentazione è stata acquisita dai carabinieri nel corso di una perquisizione svoltasi, sempre nella serata di ieri, a Porto Cervo, in un ufficio della società Sardegna Resort utilizzato da Fadda. Quest’ultima tranche d’inchiesta segue il clamoroso sequestro del cantiere di una suite dell’hotel Cala di Volpe, disposto nel maggio scorso sempre dal pm Fiordalisi che aveva riscontrato difformità e anomalie nei lavori eseguiti rispetto alle autorizzazioni rilasciate. Il cantiere, in seguito, era stato dissequestrato ma l’indagine è andata avanti, nel massimo riserbo, fino alle perquisizioni di ieri.
Giandomenico Mele
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